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Il momento della firma del protocollo di legalità

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RENDE (COSENZA) – L’Università della Calabria e la Prefettura di Cosenza hanno firmato questa mattina, alla presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti, un protocollo di legalità, per la prevenzione delle infiltrazioni della criminalità negli appalti dell’ateneo. L’ateneo si impegnerà a creare una banca dati unica che consentirà al gruppo di lavoro interforze della Prefettura di vigilare su tutta la filiera degli appalti, dalla pubblicazione del bando all’aggiudicazione fino all’esecuzione dei lavori.

«È il primo, con queste caratteristiche, che viene stipulato in Italia» ha detto il prefetto Gianfranco Tomao. Per l’Unical si tratta di un grosso impegno, anche dal punto di vista organizzativo. «Promuoviamo la cultura della legalità e lo facciamo con l’esempio. So bene – ha detto il rettore Gino Crisci – quanto siano forti i tentativi di condizionamento in questa terra. L’ho verificato da giovane geologo, negli anni ’80, quando collaboravo con un’azienda di trasformazione dei materiali. Un giorno ci dissero “se prendete i materiali qui, ok, se li prendete da altri c’è il 60 per cento”». L’augurio della Prefettura è che il protocollo siglato con l’ateneo faccia da apripista e che altre istituzioni seguano l’esempio. «In questo territorio il senso della legalità va recuperato più che altrove – ha sottolineato il procuratore capo Mario Spagnuolo – perché c’è una zona grigia molto estesa, che rischia di corrodere il tessuto sano». Il protocollo nasce anche dal confronto tra l’Unical e la commissione parlamentare antimafia. +

«Con l’ateneo abbiamo parlato a lungo di questi temi – ha detto la Bindi – L’Unical è tra le più grandi stazioni appaltanti di questa regione e il protocollo siglato, che prevede vincoli più rigidi rispetto alla stessa legge, è un esempio che responsabilizza tutti». Anche il ministro dell’Interno Marco Minniti ha definito il protocollo «un segnale importante che l’Unical lancia alla società calabrese. Rendere gli appalti impermeabili alle infiltrazioni «è un punto fondamentale, perché si assicura ai cittadini che le risorse pubbliche vengano spese nell’interesse della collettività e non vadano a finanziare le mafie». Né regge, secondo Minniti, la tesi secondo cui le regole siano un modo per perdere tempo. «Semmai è vero il contrario. Le incompiute sono il frutto di principi di legalità non rispettati. La legalità – ha detto il ministro – è garanzia di efficienza amministrativa».

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