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Raffaele Perrelli, ordinario di Letteratura latina

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Tra una settimana l’Unical andrà alle urne per eleggere il nuovo rettore. Mercoledì 5 giugno si è tenuta l’ultima assemblea del corpo accademico prima del voto: di seguito una sintesi dell’intervento programmatico del candidato Raffaele Perrelli, ordinario di Letteratura latina.

RECITA Brecht (A coloro che verranno) per dare il proprio «addio alla ruvidezza». La stagione della conflittualità si chiude, dice Perrelli, ma è stata – spiega ancora – una necessità. «Se oggi si apre una stagione nuova è perché qualcuno non è stato gentile – continua – anche a costo di restare isolato».

La prima parola, o espressione chiave, da cui vorrebbe che la nuova stagione partisse è “rettorato costituente”. Il punto di partenza è la riforma di uno statuto «reazionario e autocratico, eredità di un rettore che è stato in carica per 14 anni», per rivedere il peso politico del magnifico. Perrelli immagina un Senato più forte, il cui parere sia vincolante in quasi tutte le materie (esclusa quella finanziaria) e un CdA più rappresentativo, in cui sieda anche un membro del personale tecnico amministrativo eletto.

Sul fronte del reclutamento avverte che i precari «non vanno lasciati soli», mentre per quanto riguarda ricercatori e docenti abilitati (153 per la seconda fascia e 177 per la prima, dei quali 52 e 42 rispettivamente in scadenza) suggerisce di porre un quesito al Miur sull’esistenza o meno per il 2019 di un limite di spesa per le chiamate, visto che la legge di bilancio parla del 2020. In campo didattico propone percorsi d’eccellenza («una Normale dell’Unical») per attrarre i migliori studenti calabresi e una riforma che parta dai dottorati.

Guardando invece alla ricerca, Perrelli insiste sulla difesa di quella «non mainstream», dei settori che fanno più fatica ad accedere a bandi, dei progetti curiosity driven. Descrive la figura di un «rettore politico» e invita a votare in base all’idea di università, alla visione di Paese e alla squadra che ogni candidato porta con sé. Con un richiamo: «Fuori i partiti dalle elezioni, se ci sono pressioni della politica per qualche candidato respingetele».

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