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La Madonna Odigitria di Costantinopoli e un particolare della Madonna del Pilerio speculare: i due modelli si avvicinano

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COSENZA – Sin dagli albori del cristianesimo la venerazione della Madre di Dio è stata radicatissima. Cosenza, addirittura l’ha voluta come Patrona della città. Un amore assoluto e totalizzante, accettato e ricambiato: in una delle ricorrenti ondate di peste, che seminavano terrore e morte per ogni dove d’Europa, i cosentini alla disperazione si  riunivano sotto una immagine della Madonna appesa ad un pilastro (Pilar in spagnolo) del Duomo implorando protezione e salvezza. Era l’11 febbraio del 1576 quando, all’improvviso, il brusio delle preghiere della gente accalcata in chiesa cessò di colpo ed un pianto ruppe il silenzio: «Miracolo! Miracolo! Miracolo!».

Qualcuno in prima fila si accorse che il terribile bubbone nero della peste si era materializzato sul viso della Madonna.  Un messaggio chiaro: la Madonna aveva assunto il male su di sé, che  istantaneamente e miracolosamente abbandonò la città.

I cosentini, riconoscenti, la incoronarono Patrona e Regina e, da quel momento, ad un componente di ogni  famiglia fu imposto il nome di Pilerio o Pileria.

Non si conoscono le origini di questa icona bizantineggiante tipica della iconografia  affermatasi a Cipro,  appartenente alla famiglia delle “Galaktotrophousa”, l’Allattatrice,  giunta sino a noi, probabilmente, nel bagaglio di uno dei tanti eremiti del nord Africa scappati in Calabria al momento della conquista islamica di quei territori.

L’immagine richiama alla mente l’archetipo delle icone bizantine, quella dipinta da san Marco evangelista dal vivo  quando frequentò la Madonna per attingere quel che arrivato sino a noi del Cristo bambino.  E’ storicamente provato che Marco portava la tavola da lui dipinta sempre con sé e,  alla sua morte, l’affidò alla chiesa degli Odeghi a Constantinopoli.  Da qui il nome di Odigitria, che, purtroppo fu distrutta dalla furia turca alla conquista di quella città. Fortunatamente l’imperatrice Eudecia ne aveva fatto fare diverse copie, una delle quali fu regalata da re Baldovino di Gerusalemme ai parenti di d’Angiò di Napoli, oggi venerata nel Santuario di Montevergine nel comune di Ospedaletto d’Alpinolo (Avellino).

L’autore del dipinto della Madonna del Pilerio fu un artista di notevole valore, che deve aver visto il dipinto di Marco e, per non copiarlo pedissequamente, lo fece in maniera speculare, come osservandolo attraverso uno specchio. Facendo l’operazione inversa possiamo scoprire come le due immagini siano perfettamente uguali: stesso ovale, stessa inclinazione della testa, stessa fronte, stesso naso, stessa bocca…

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