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Il prorettore Filice: «La convivenza tra culture diverse è un valore del nostro campus»

TORNA l’11 maggio la Festa dei Popoli, appuntamento organizzato dal Centro residenziale dell’Università della Calabria per celebrare il carattere multietnico e multiculturale del campus. Protagonisti della Festa dei Popoli, giunta alla quarta edizione, sono gli studenti stranieri residenti nel campus. Circa 600, provenienti da 65 diversi Paesi.

Il programma, messo su da un comitato organizzatore capitanato da Marcello Fiore, prevede anche quest’anno che ad aprire la festa sia la marcia della pace e della solidarietà, giovedì 11 maggio alle 9 e 30. Alle 11 e 30, presso il Teatro Auditorium, il convegno “Abbattere i muri per costruire ponti”, preceduto dall’esibizione del coro degli studenti internazionali dell’ateneo. Previsti gli interventi del sindaco di Riace Domenico Lucano, del presidente dell’Andisu (Associazione nazionale degli organismi per il diritto allo studio) Carmelo Ursino, del vice capo dipartimento presso la Direzione centrale per le politiche dell’Immigrazione e dell’Asilo del ministero dell’Interno, Rosetta Scotto Lavina.

Nel pomeriggio si apriranno gli stand delle nazioni, al Centro residenziale, e il programma andrà avanti con concerti ed eventi fino alla cena etnica, sabato 13 maggio, ospitata presso la mensa Martensson. Nel piazzale dello stesso quartiere, ogni sera dalle 22 e per tutta la durata della manifestazione “canti e danze dal mondo”.

All’Unical, però, si avverte già il clima della festa: a precedere la rassegna, infatti, una serie di eventi organizzati in collaborazione con le associazioni studentesche e aperti sabato scorso dalla giornata dedicata alla cultura e alle tradizioni del Vietnam. Tra gli studenti internazionali che frequentano l’Unical il gruppo vietnamita è uno dei più numerosi. Sono circa novanta e sabato con loro c’erano altri cento connazionali provenienti da diverse università italiane.

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«La Festa dei Popoli– commenta il prorettore con delega al Centro residenziale Luigi Filice – è cresciuta e si è consolidata in questi ultimi tre anni, diventando un appuntamento condiviso dalla comunità accademica, che contribuisce in varie forme alla sua organizzazione. E il lavoro che ha preceduto l’allestimento del cartellone è significativo quanto la stessa festa: insieme al Centro residenziale vi hanno contribuito associazioni studentesche e tanti volontari che riconoscono come valore l’accoglienza e la convivenza tra culture diverse nel nostro campus. Un valore che è diventato ancora più importante – continua Filice – nella stagione in cui viviamo, con la paura che cresce e che rischia di sfociare in intolleranza e xenofobia nei nostri confini e un’emergenza umanitaria che preme alle frontiere e di cui siamo responsabili come essere umani».

Al riguardo, non è casuale la presenza ai lavori del convegno dell’11 maggio, del prefetto Rosetta Scotto Lavina. L’Unical ha contribuito alla stesura del bando del Ministero dell’Interno U4refugees e vi collabora tuttora. «Un motivo d’orgoglio per noi – dice Filice – partecipare ad un progetto che costruisce corridoi educativi nelle università e offre un’opportunità a chi fugge da guerre e da persecuzioni».

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