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Il rettore Crisci

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RENDE (COSENZA) – Gino Crisci non ha alcuna intenzione di dimettersi dalla carica di rettore dell’Università della Calabria.

LA PRIMA REPLICA DI CRISCI

Incontrando i giornalisti al giro di boa di metà mandato, il rettore precisa che il vero e proprio consuntivo rispetto al programma andrà fatto a fine sessennio. «E io fra tre anni sarò ancora qui», assicura, rispondendo indirettamente alla richiesta di dimissioni formulata mercoledì scorso al termine dell’affollata controassemblea convocata dal fronte dei suoi dissidenti (LEGGI LA NOTIZIA). La conferenza stampa si muove tra bilancio e repliche ad alcuni attacchi (non citerà mai però nei suoi interventi il documento di sfiducia, “le nove ragioni”, divulgato dagli ex alleati Guerino D’Ignazio, Raffaele Perrelli, Paolo Veltri e Franco Rubino), che partono tutte da una premessa comune: le critiche di questi mesi, per il rettore, sono «strumentali». «Tra un po’ – aggiunge – diranno anche che sono inadeguato perché sono grasso».

IL BILANCIO

L’intervento del rettore parte dalla manutenzione. «Finora abbiamo speso più di un milione. Stiamo rifacendo le facciate dei cubi, mettendoli in sicurezza, e stiamo ristrutturando il ponte – dice, mostrando foto del prima e dopo – E una verifica di stabilità del ponte non era mai stata fatta». Non mancano i riferimenti alle energie rinnovabili, dai pannelli fotovoltaici ai concentratori solari per le residenze fino al geotermico che alimenta il cubo del rettorato e l’University club: «a regime risparmieremo in consumi circa 900mila euro, dando anche lezione di buone prassi». Respinge l’accusa di un calo degli iscritti, facendo riferimento all’ultimo anno.

«Nella prima fase, precedente alle surroghe, abbiamo registrato un incremento del 2,81 per cento. E oggi, dopo le surroghe, per il primo anno – dice – ci troviamo con tutti i posti coperti, fatta eccezione per due soli corsi di laurea». Per parlare di ricerca, tira fuori il ranking di Shangai che fotografa l’eccellenza scientifica. Girolamo Giordano nell’incontro di mercoledì aveva ricordato che l’Unical è fuori dalla prestigiosa classifica. «Siamo presenti nei singoli settori. Nel 2015 siamo stati confermati nei primi 200 atenei al mondo per matematica. Nel 2016, i dati disponibili per i sottosettori di ingegneria dicono che siamo tra i primi 400 per ingegneria elettronica, scienze dei materiali e ingegneria meccanica», commenta il rettore.

CENTRO RESIDENZIALE ­

È nel mirino del Consiglio degli Studenti, che ha chiesto le dimissioni del prorettore delegato, ma anche di docenti che parlano di fuga dal campus. «Da quello che sento, credo non si abbia contezza di cosa sia la residenzialità di questo ateneo. Noi gestiamo 2576 posti letto, eroghiamo oltre 800mila pasti ogni anno, garantiamo 175 posti di foresteria, a condizioni molto agevolate, ai docenti, liquidiamo 2531 borse di studio», elenca il prorettore Luigi Filice. Sui ritardi, nell’erogazione delle borse, parla di «polemica fantozziana». Il riferimento è a borse extra, erogate con un successivo finanziamento della Regione e che sono state liquidate grazie allo sforzo del Centro che ha anticipato le risorse, spiega. Cita poi i dati dell’indagine Almalaurea, che raccoglie i pareri dei laureandi delle università italiane. «Il 69 per cento degli studenti che hanno usufruito dell’alloggio dice di essere soddisfatto – spiega – La media nazionale è del 79 per cento. È chiaro che voglio migliorare, ma credo che definire i nostri alloggi da terzo mondo sia ingeneroso». Filice elenca poi gli interventi in campo per intervenire sulle criticità sollevate dagli studenti. Tra questi risorse aggiuntive per garantire la copertura internet in tutti gli alloggi, uno stanziamento raddoppiato per la manutenzione e una procedura più snella per programmare gli interventi, una modifica nel servizio di vigilanza, che preveda la presenza del guardiano nei quartieri anche di notte.

DIDATTICA

Per Francesco Scarcello, delegato alla didattica, le critiche che ha sentito finora sono «fumose e generiche». Sul tema più delicato, la riforma dell’offerta didattica realizzata in minima parte e perlopiù per le lauree magistrali, il Senato «dà le linee di indirizzo, ma il contributo deve arrivare dai dipartimenti».

LA CRISI

Non si intravedono al momento margini per ricucire lo strappo con gli ex alleati. «Io ho cercato il dialogo – dice Crisci, rispondendo ai giornalisti – Ho ricevuto un netto rifiuto. Si sta mettendo a rischio l’intero ateneo per prendere il mio posto. Non credo che la tempistica sia casuale. Il mio mandato scade tra tre anni, ma tra due i miei oppositori non saranno più direttori di Dipartimento. Evidentemente credono sia più facile vincere finché restano in sella».

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