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La situazione a Sibari dopo i lavori di ripulitura

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CASSANO – Sabato prossimo, 11 febbraio, dopo più di quattro anni da quel funesto 18 gennaio quando le acque e i detriti del Crati li ricoprirono completamente (LEGGI), riaprono al pubblico gli scavi di Sibari. Tanti in quei giorni furono coloro, e non solo uomini di Cultura , che si impegnarono attivamente, non solo lanciando appelli, per la salvezza di Sibari e della sua storia che è patrimonio di tutta l’umanità. Dopo circa 1500 giorni, finalmente, le bellezze archeologiche custodite nel “Parco del Cavallo” potranno essere nuovamente ammirate dal mondo intero. In questi quattro anni l’area archeologica sibarita e il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide sono stati interessati da lavori per ben 18 milioni di euro. Sabato, con inizio alle ore 15.00, presso il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide si svolgerà la manifestazione di inaugurazione.

Hanno assicurato la loro presenza all’evento il sottosegretario di Stato dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dorina Bianchi, il presidente della regione Calabria, Mario Oliverio, il vescovo della diocesi di Cassano, monsignor Francesco Savino, la direttrice del Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide e dell’Area Archeologica, Adele Bonofiglio, la direttrice del Polo Museale della Calabria, Angela Acordon, il Soprintendente Speciale per il Colosseo e l’Area Archeologica di Roma, Francesco Prosperetti, Dora di Francesco, dirigente del Servizio Programmazione Strategica Nazionale e Comunitaria del Segretariato Generale, Salvatore Patamia, Segretario Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo della Calabria, Beatrice Costa, responsabile del Settore Programmi di Action Aid e altri autorevoli rappresentanti istituzionali e, soprattutto, molti uomini di Cultura, e non, che in quei giorni si schierarono al fianco dell’area area archeologica sibarita denunciandone i ritardi e sollecitando chi di dovere a voler intervenire con immediatezza.

Il sindaco di Cassano, Gianni Papasso, nel dare l’annuncio della riapertura dell’area archeologica e dell’inaugurazione del nuovo polo museale, non si è fatto sfuggire l’occasione per ringraziare pubblicamente chi in quei terribili giorni si è speso in difesa dell’ingente patrimonio storico, archeologico e culturale che rischiava di andare perduto. «Sono orgoglioso ed entusiasta di questo risultato. Viene riconsegnato – ha affermato il sindaco Papasso – al mondo della cultura, ai visitatori, agli studiosi e agli appassionati un bene di inestimabile valore, patrimonio dell’umanità intera, che esprime il senso, il mito e la storia di Sybaris, cuore dell’antica Magna Grecia e di questo stupendo lembo di terra di Calabria, che nel suo nome si identifica. Devo aggiungere che, paradossalmente, la drammatica circostanza dell’esondazione del Crati si è trasformata in qualcosa di positivo, soprattutto per il clamore mediatico suscitato, a livello nazionale e internazionale. Ben quattro ministri, infatti, sono giunti a Sibari, per quel tragico evento, insieme all’attuale Ministro degli Interni, Marco Minniti, oltre a tante altre autorità, che hanno sposato la causa del Parco e si sono impegnati a far arrivare le risorse necessarie per restituire al mondo intero un sito di inestimabile valore. Prezioso ed essenziale è stato, – ha evidenziato il sindaco Papasso – soprattutto, il contributo dell’allora Ministro Fabrizio Barca. Ringrazio “il Quotidiano della Calabria”, oggi “il Quotidiano del Sud”, per aver promosso la campagna di raccolta fondi “Mai più fango a Sibari” e gli uomini di cultura che hanno lanciato il grido di allarme (LEGGI LE SOTTOSCRIZIONI ALL’APPELLO DEL QUOTIDIANO), contribuendo a non far spegnere mai i riflettori sul dramma del sito di Sibari. Ringrazio – ha concluso Papasso – quanti hanno lavorato, con passione e sacrificio, per questo risultato».

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