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Si chiama Marco Perrone ed è originario di Sangineto, sul Tirreno cosentino. Le sue scoperte illustrate durante un congresso

SANGINETO (COSENZA) – Nuove molecole sono in grado di prevedere l’infarto del miocardio. E’ la sensazionale scoperta di uno studioso originario del Tirreno cosentino e, precisamente, di Sangineto. Si tratta del dottor Marco Perrone (nella foto in basso), medico dell’Università di Roma Tor Vergata.

“Il lavoro è solo all’inizio – ha fatto sapere lo studioso calabrese – ma sicuramente questa scoperta rappresenta un importantissimo passo in avanti nella lotta all’infarto cardiaco che oggi rappresenta la prima causa di morte in Italia e nel mondo”.

L’annuncio dello studio è stato fatto dallo stesso Perrone a Torino, a conclusione del 48esimo congresso nazionale della Sibioc: Società italiana di biochimica clinica e biologia molecolare clinica. Lo scienziato calabrese è tra i protagonisti degli studi focalizzati nell’area delle malattie cardiovascolari. Perrone ha presentato alla comunità scientifica una ricerca condotta in collaborazione tra la cardiologia e la biochimica clinica che ha portato alla scoperta di queste nuove molecole in grado di predire l’infarto del miocardio.

La spiegazione scientifica: “I microRna circolanti, questo il loro nome, sono un gruppo di piccoli Rna (acido ribonucleico) non codificanti che regolano l’espressione genica. Poiché l’efficacia del trattamento nell’infarto del miocardio è legata alla precocità dei tempi di intervento – ha spiegato Perrone – è necessario disporre di strumenti diagnostici molto sensibili e specifici che consentano di individuare quanto prima i pazienti affetti da questa grave malattia”.

Il dottor Perrone, nel suo studio, ha analizzato alcune di queste molecole nel sangue di pazienti colpiti da infarto del miocardio e i risultati sono stati sensazionali. Una iniziativa che potrebbe aiutare a salvare tante vite umane. “I livelli di alcuni microRna erano espressi nel sangue, in presenza di una cardiopatia ischemica, molto più precocemente rispetto alla troponina, la proteina che aumenta vertiginosamente in caso di infarto e che viene dosata in tutti gli ospedali. iagnosticare, quindi, un infarto prima ancora che i markers classici siano rilevabili – conferma il dottor Marco Perrone – può salvare la vita a migliaia di persone”.

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