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Una pianta di canapa

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RENDE (COSENZA) – Un festival culturale innovativo, lungimirante, che coniuga tradizione e innovazione, arte, scienza e sostenibilità, puntando su un settore dalle forti potenzialità in Calabria: sono queste le caratteristiche di “Calabria in Fiore”, l’evento organizzato dall’Associazione Culturale Entropia dal 9 all’11 luglio a Rende.

L’iniziativa è pensata come una fiera con eventi artistici, un convegno, laboratori e lezioni in piazza tenute da docenti ed esperti. Il festival è promosso in partenariato con il Dipartimento di Chimica dell’Università della Calabria, Coldiretti, Istituto per gli Studi Storici, associazione Ancica e Sativa Calabria, ed è sostenuto dalla Regione Calabria nell’ambito degli Eventi non storicizzati (PAC 2014/2020 Azione 1 Tipologia 1.3).

La location prescelta è il centro storico di Rende: attraverso il Festival l’associazione intende contribuire anche all’animazione del borgo. Entropia ha sede nel vicino Campus universitario da 25 anni e nel centro storico ha già organizzato altri eventi, come la Festa del Solstizio al Castello o l’International Urban Trekking con gli studenti internazionali.

L’attesa per questa nuova iniziativa sta già crescendo fra produttori, associazioni locali e nazionali, artisti, giovani e studenti. Dal comparto agricolo a quello della trasformazione agroalimentare, ma anche il tessile, l’edilizia, la farmaceutica: sono solo alcuni dei settori di impiego della canapa, straordinaria pianta dai mille usi, che nel secolo scorso in Italia rappresentava una delle colture predominanti.

Grazie alle nuove tecnologie impiegate per la sua lavorazione, la canapa industriale sta riscoprendo un risveglio ovunque in Europa e nel mondo. Canapa Mundi a Roma, Canapa Expo a Milano, Canapa in Mostra a Napoli, Expo Canapa Sud a Catania: festival e fiere che offrono occasione di confronto sul tema e di scambio fra esperienze produttive si tengono da anni quasi in tutta Italia. 

Calabria in Fiore nasce in un’area geografica dove l’assenza del dibattito e di eventi di promozione penalizza associazioni e imprese, e rischia di alimentare un oscurantismo miope e irrazionale. La legislazione sulla canapa – pianta criminalizzata per decenni – non è chiara a tutti. In Italia la coltivazione della “canapa sativa” è normata e promossa dalla Legge n.242 del 2 dicembre 2016.

Le filiere della canapa, opportunamente finanziate e sostenute, creano impresa, economia, posti di lavoro. Per ridare slancio al comparto, presso il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali è stato di recente istituito il Tavolo Filiera della Canapa, che vede assieme 48 membri designati (i ministeri dell’Interno, della Salute, dello Sviluppo economico, della Difesa e dell’Ambiente nonché l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, le organizzazioni agricole, le associazioni e i portatori d’interesse del settore canapa, le università e gli Enti controllati del Mipaaf come Agea, Ismea e il Crea).

Diverse regioni italiane si stanno muovendo per incentivare la canapicoltura: in Calabria, prima che le attività della giunta regionale fossero ridotte all’ordinario, era stata annunciata l’istituzione di un Distretto della canapa.

L’orientamento sta rapidamente mutando a livello planetario anche sulle politiche proibizioniste, che hanno prodotto danni senza apportare benefici: dagli Stati Uniti all’Europa, il proibizionismo cede il passo alla legalizzazione della marijuana (specie di canapa che l’ONU – con la svolta epocale dello scorso anno – ha finalmente rimosso dalla lista delle sostanze dannose dove era inserita dal 1961).

Mentre altrove si legalizza per uso ricreativo, creando nuovi introiti per le casse degli Stati e togliendo guadagni alle mafie, in Italia la cannabis è legale dal 2006 solo per uso terapeutico e rimane proibita l’autoproduzione, seppure esistono 5/6 milioni di consumatori e diverse proposte di legge.

Anche di questo si parlerà durante il Festival Calabria in Fiore, perché una legislazione più chiara e decisa sarebbe più vantaggiosa per tutti ed eviterebbe tanti problemi a coltivatori e produttori di canapa che, anziché essere sostenuti come prevede la legge, vengono scoraggiati fino alla rinuncia.

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