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COSENZA – Il Foro bruzio riparte con il “Corso del Penalista tra Deontologia e tecnica” intitolato all’avvocato Fulvio Croce. Oggi pomeriggio avrà inizio, con collegamenti da remoto, il Corso biennale di formazione dei Penalisti organizzato dalle Istituzioni e Associazioni forensi più rappresentative della città e della intera provincia di Cosenza: il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, la Camera Penale, la Fondazione Scuola Forense e la Camera penale Minorile, rappresentati dai rispettivi Presidenti, gli Avvocati Vittorio Gallucci, Pietro Perugini, Claudio De Luca e Rosa Maria Romano.

Tra i numerosi interventi programmati, sono particolarmente attesi quelli del Presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane, l’avvocato Gian Domenico Caiazza, che si collegherà dalla sede nazionale dell’U.C.P.I. in Roma, del Consigliere della Giunta nazionale della stessa Unione, l’avvocato Marcello Manna, del Presidente dell’Ufficio Gip-Gup di Cosenza in funzione vicaria dell’Ufficio di Presidenza del Tribunale di Cosenza, Piero Santese, e del Procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo.

Il tema del primo incontro sono fortemente suggestivi, in quanto incentrati sui temi attuali del processo penale nonché sulla funzione, anche e soprattutto sociale, dell’Avvocatura e i valori costituzionali di cui la stessa è depositaria.

“L’avvocatura per vocazione ancor prima che per professione; la funzione e la responsabilità sociale dell’Avvocato Penalista” sono alcuni degli spunti di riflessione della sessione odierna, seguiti dalla forte provocazione giuridica de “La difesa dal e/o nel processo ?”

I lavori sono intitolati all’Avvocato Fulvio Croce, trucidato per aver difeso, nel corso del processo al nucleo storico delle Brigate rosse che si tenne a Torino dal 1976 al 1978, alcuni imputati che avevano rifiutato qualsiasi difesa. L’avvocato Croce, all’epoca Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torino, ne assunse la difesa d’ufficio nonostante dagli stessi minacciato con il seguente comunicato: “Gli avvocati nominati dalla corte sono di fatto degli avvocati di regime. Essi non difendono noi, ma i giudici. In quanto parte organica ed attiva della contro-rivoluzione, ogni volta che prenderanno iniziative a nostro nome agiremo di conseguenza”.

Con la propria toga, non arretrò dinanzi a tali minacce, pur consapevole del rischio per la propria vita. Venne ucciso nel primo pomeriggio del 28 aprile 1977, cinque giorni prima della data fissata per l’udienza del processo, da un gruppo di fuoco delle Brigate Rosse, i cui componenti furono per questo condannati nel 1980. A tali valori, ai valori di cui è intrisa la Toga dell’Avvocato Croce gli Avvocati del Foro bruzio, dunque, hanno dedicato l’intero Corso che avrà durata biennale.

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