X
<
>

L'arrivo di Silvio, Franco e Giampiero a Portomarin

Condividi:
2 minuti per la lettura

Prosegue il viaggio verso Santiago de Compostela di Franco, Silvio e Giampiero nel nome dell’amico Pino Vecchio (LEGGI LA NOTIZIA), durante tutto il viaggio i tre atleti racconteranno le esperienze maturate durante il percorso in una sorta di diario tenuto sulle pagine del Quotidiano del Sud.

SCOPRI TUTTE LE TAPPE DEL DIARIO DI VIAGGIO
IN AGGIORNAMENTO DINAMICO
DI FRANCO, SILVIO E GIAMPIERO

Nona tappa tappa SARRIA – PORTOMARIN

“Caduti giù dal letto, risistemiamo nello zaino le cose a memoria, un’occhiata all’orologio e via, in marcia anche stamattina a sobbarcarci la quotidiana razione di cammino, anche oggi sotto la pioggia.

Lasciamo Sarria insieme a tanti pellegrini poiché la distanza che ci separa da Santiago è poco più di 100 chilometri, in sostanza il tragitto minimo per ottenere la “Compostela”, il documento religioso attestante il compiuto pellegrinaggio fino alla tomba dell’apostolo Giacomo, perciò un tratto molto trafficato.

SCOPRI COS’È IL CAMMINO DI SANTIAGO
NELLA SCHEDA SUL PELLEGRINAGGIO

Avanziamo immersi in paesaggi ormai consueti, passando per campi, ruscelli e passerelle di legno, superiamo velocemente in ordine Vilei, rúa Mayor, il convento de La Magdalena ed il ponte Aspera sopra río Pequeño. Salendo su per un querceto secolare, ad As Paredes a passo rapido fiancheggiamo il mojón dei meno 109 per Santiago.

Dopo 6 ore piene di cammino, al termine di una ripida discesa, ci attendono come ultimo sforzo della giornata prima di entrare a Portomarin, i sessanta gradini del ponte medievale in pietra che conducono al centro città, affrontati a gambe dure più del ponte stesso.

Trovato l’alloggio per la notte, ci scaraventiamo dentro mantelli e bagagli, per poi procedere alle incombenze di rito per la registrazione del nostro passaggio alla nona tappa del Cammino.

[editor_embed_node type=”photogallery”]78215[/editor_embed_node]

 

Al rientro ci becchiamo il rimprovero dell’ospitalero di turno, solerte ad indicarsi che la ‘secodora’ (asciugatrice) sta là fuori, evitando di far sgocciolare i nostri ‘ponchio’ (panni) in camera. Fa freddo e continua a piovere, sorridiamo con la testa sul cuscino fra vestiti sparsi per la stanza. Siamo a buon punto e ne siamo coscienti. La meta del nostro viaggio ora e più vicina.”

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE