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L'interno del santuario di San Francesco di Paola a Paterno

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L’idea è stata presentata a Paterno Calabro, in provincia di Cosenza, dove ha sede un santuario eretto dal Santo

REGGIO CALABRIA – Un “hortus botanicus” con ogni varietà di piante e con tutte le erbe legate alla prestigiosa tradizione francescana. Più esattamente: la realizzazione di un “giardino botanico” che metta a disposizione dei visitatori, dei turisti e dei cultori più esigenti della materia gli insegnamenti di uno dei “giganti della santità” e di “uno degli artefici della rinascita religiosa e morale d’Europa” come san Francesco di Paola. E che, al contempo, possa dispiegare anche funzioni squisitamente didattiche. Tutto, per rinvigorire il rapporto fra natura e spiritualità e fra natura e cultura.

La proposta è stata illustrata a Paterno Calabro – borgo dalle antichissime origini nell’alta Valle del Crati, nel Cosentino, dove ha sede uno dei Santuari eretti direttamente (1472) da San Francesco di Paola e da cui il santo protettore della Calabria e della gente di mare partì, senza fare più ritorno, alla volta della Francia nel 1483 – da padre Marco Gagliardi nel corso di una kermesse enogastronomica ideata da Francesco Saliceti e Giovanna Martire della nota “Degusteria Magnatum” di Longobardi. La proposta è stata condivisa, dopo un confronto al quale ha preso parte Mimmo Fazari dell’”Olearia San Giorgio” (un’azienda che si estende su più di 140 ettari con circa 25.000 piante di ulivo nei comuni di San Giorgio Morgeto e Cittanova), dal presidente della Commissione Ambiente e Territorio del Consiglio regionale Mimmo Bevacqua, dal presidente della Coldiretti della Calabria Pietro Molinaro («La trovo interessante e siamo disponibili a fare la nostra parte per concretizzarla al più presto») e dal direttore del Dipartimento Agraria dell’Università di Reggio Calabria, Giuseppe Zimbalatti, che s’è detto «pronto a impegnare le professionalità necessarie e a concordare le prime iniziative da vagliare in un prossimo incontro di lavoro».

Per il presidente Bevacqua «è valorizzando i punti di eccellenza culturale che possiamo svoltare, se si vuole rendere strutturale il successo di presenza turistiche registrato nell’estate appena chiusa dalla nostra Calabria. Indubbiamente – aggiunge – il santuario di Paterno Calabro, dove la solitudine ed il raccoglimento del luogo favorirono l’esperienza contemplativa di san Francesco che proprio da qui il 2 febbraio 1483 parti alla volta della Francia, per obbedire all’ordine di papa Sisto IV al quale si era rivolto il re Luigi XI per chiedere l’intervento del taumaturgo paolano, è uno dei luoghi più spirituali di questa parte del Mezzogiorno italiano. Uno dei luoghi che può essere fortemente attrattivo, sia per il turismo religioso che per quello prettamente culturale, vista l’importanza dello stile barocco che contraddistingue l’interno del Santuario e la presenza nella Cappella delle reliquie di San Francesco».

Infine, per Bevacqua «trasformare il progetto dell’orto botanico in realtà, facendone uno spazio multidisciplinare di incontro e scambio culturale per un pubblico sempre più vario, può essere senz’altro l’occasione per valorizzare ancor di più la spiritualità dell’Ordine dei Minimi, ma anche, vista la presenza dell’Università, il modo per realizzazione un erbario per lo studio e la catalogazione delle specie anche per la produzione di sostanze medicamentose. Possono nascere dall’orto botanico svariate attività, penso alla ricerca scientifica a cui può essere utile e, in particolare, alla divulgazione e all’educazione ambientale di cui c’è un forte bisogno».

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