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Il delegato Accademia Italiana Cucina di Cosenza, Rosario Branda

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COSENZA – La delegazione di Cosenza dell’Accademia italiana della Cucina, fondata da Orio Vergani nel 1953, sabato 27 novembre dalle ore 10.30 nell’Auditorium Antonio Guarasci di piazza XV Marzo promuove – nell’ambito della VI settimana della cucina italiana nel mondo – un incontro su “La cucina di territorio tra tipicità, tradizione e sostenibilità”.

Nel capoluogo della provincia da poco insignita di una stella Michelin (andata allo chef Antonio Biafora di “Hyle” a San Giovanni in Fiore) si pone dunque l’accento sui temi alla base della celebratissima dieta mediterranea che ebbe proprio nella Calabria più profonda – la Nicotera studiata da Ancel Keys – uno dei punti propulsori.

All’iniziativa cosentina, nel cuore del centro storico, “ospiti” di Rosario Branda (delegato Cosenza Accademia Italiana della Cucina) e Ottavio Cavalcanti (direttore territoriale Centro Studi AIC), intervengono il sindaco di Cosenza Franz Caruso, il presidente della Provincia Franco Iacucci e il presidente della Regione Roberto Occhiuto. A Paolo Marchi, ideatore e curatore di Identità Golose, testata cui è legato uno degli eventi di settore più prestigiosi e accreditati su scala internazionale (due mesi va la XVI edizione), il compito di “unire i puntini” dopo i tanti spunti e le esperienze snocciolati dai relatori.

Nel corso dell’evento verranno consegnanti i diplomi di Buona Cucina e i premi Dino Villani, Massimo Alberini e Giovanni Nuvoletti assegnati dall’Accademia Italiana della Cucina, negli anni 2020 e 2021, ai ristoratori Gaetano Alia, Emanuele Lecce, Palmino Raffo e Michele Rizzo, ai produttori Azienda Ruffolo e Salumificio San Vincenzo, agli esercizi commerciali Agricola Campoverde e Amarelli Factory Store.

CHI SONO I PREMIATI

Il cognome Alia è sinonimo, da decenni, di cucina di alta qualità che sposa materia prima a tradizione, visione e innovazione: nella omonima “Locanda” di Castrovillari i fratelli Gaetano e Pinuccio, rispettivamente ai fornelli e in sala con la giovane e direttrice di sala Daniela Morrone Alia, pasticcera, offrono la loro idea di accoglienza senza tempo anche grazie a una struttura ricettiva curata nei minimi particolari.

Qualcosa in più di due giovani promesse – vista la crescita esponenziale e i risultati raggiunti nell’ultimo decennio – sono Emanuele Lecce (“La tavernetta” di Camigliatello Silano) e Michele Rizzo (“Agorà” a Rende), ambasciatori della cucina di pesce e di territorio con un palmares di riconoscimenti che fa invidia a chef con carriere ed esperienze ben più lunghe.

Un monumento della ristorazione marina è invece Palmino Raffo, che con il suo ristorante “Sabbia d’oro” a Belvedere Marittimo (altro Tirreno cosentino) è un esempio di successo legato alla gestione familiare e alla fidelizzazione del cliente non solo a tavola ma anche nel lido con vista Diamante.

Chiudono le quattro aziende che – ognuna nel proprio campo – rappresentano l’eccellenza basata sulla materia prima ma anche su una adeguata comunicazione, nei tempi in cui il cibo e il vino vanno “raccontati” oltre che prodotti secondo i più alti standard di qualità.

Tra formaggi, salumi, prodotti agricoli e liquirizia ma non solo, i brand Ruffolo, San Vincenzo, Campoverde e Amarelli meritano il premio assegnato loro: provare per credere, dal momento che seguirà una degustazione conviviale presso l’Enoteca della Provincia di Cosenza a cura dell’Istituto Alberghiero “Mancini Tommasi” in collaborazione con gli chef premiati.

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