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L'annuncio della partecipazione del film al Festival di Berlino

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COSENZA – Un’altra storia calabrese sulla ribalta dei festival internazionali con “Una femmina”, esordio nel lungometraggio di Francesco Costabile, in concorso alla Berlinale. Ad annunciarlo è stato lo stesso giovane regista cosentino con un raggiante post su Facebook in cui ringrazia i “compagni di viaggio” della sua opera prima.

Tradotto come “The code of silence”, il film si inserisce in un filone che potremmo definire del nuovo racconto di ‘ndrangheta, caratterizzato da una rilettura contemporanea e lontana dagli stereotipi di quello che continua ad essere il male endemico della Calabria. Ma qualcosa è cambiato ed è questo che vogliono raccontare senza falsi totem i cineasti dell’ultima leva come Alessandro Grande, il calabrese adottivo Carpignano e adesso Francesco Costabile.

Ovviamente sappiamo poco di “Una femmina”, se non che è tratto dal libro “Fimmine ribelli” di Lirio Abbate, ispirandosi al mosaico di storie dell’inchiesta, tra cui quelle Maria Concetta Cacciola e Rosa Ferraro, per raccontare lo scontro di una ragazza che vive in un paesino calabro nell’hinterland contro la sua famiglia, legata alla ‘ndrangheta. Lo stesso Abbate ha collaborato alla sceneggiatura e nel cast del film, insieme alla protagonista Lina Siciliano, ci sono Fabrizio Ferracane, Luca Massaro e la nostra Anna Maria De Luca.

Il film può già contare sulla strategica distribuzione di Medusa e ora il festival di Berlino sarà un’occasione per far salire le quotazioni prima dell’uscita nelle sale. La ventenne Siciliano, nata a Cariati, è stata scelta per il ruolo principale dopo una ricerca condotta dal regista nei luoghi della vita vera, tra cui la casa famiglia di Cosenza dove la ragazza è cresciuta con i suoi fratelli: lì si è svolto il provino che ha convinto Costabile ad affidarle un ruolo complesso, in cui sarà forte l’impatto neorealista.

Aspettando di seguire la partecipazione del film alla Berlinale, l’interesse verso una narrazione inedita della realtà calabrese è una conferma significativa. Insomma, con buona pace delle fiction, è finito il tempo dell’appeal vittimista. I giovani autori non hanno paura di immergere le mani nel fango e non hanno bisogno di edulcorare i fatti, ma anche al cinema si può raccontare tutto questo con occhi nuovi e attirare l’attenzione del grande pubblico (e del mercato).

Francesco Costabile, 42 anni, si è formato al Dams di Bologna e prima di “Una femmina” ha realizzato diversi cortometraggi, tra cui “Dentro Roma”, vincitore di un Nastro d’argento e candidato ai David. Molto interessato alle tematiche gender e queer, ha anche collaborato con Gianni Amelio per il documentario sull’omosessualità “Felice chi è diverso”.

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