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Un momento del concerto

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UN bacio a terra, con la mano destra. Un segno della croce. Uno sguardo rassicurante con i compagni di viaggio. E via. La scena è tutta per lui. Sono le 21.25 di giovedì scorso quando Nino D’Angelo si “lancia” sul palcoscenico per abbracciare virtualmente, ad uno ad uno, ogni componente del popolo delle sue canzoni. E’ raggiante per la sua esibizione storica al teatro Rendano di Cosenza. «Volevo fortemente questa location – ha esordito l’artista – tanti di voi per la prima volta sono all’interno di questa meravigliosa struttura. Stasera il Rendano è il teatro del popolo. E grazie a questo evento ho realizzato il mio sogno e quello di tanta gente semplice». Da criticato “fenomeno di sottocultura” ad acclamato modello di “riscatto sociale che parte del basso”.

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Nino D’Angelo “sfoggia” sul palco la maturità di un sessantenne e l’entusiasmo di un ventenne. Corre, colloquia con il pubblico, si emoziona, e a più riprese tira fuori il grande orgoglio dell’essere meridionale, di uomo legato alle sue origini, e amante di ogni espressione della sua terra. Tra queste il tifo per la squadra del Napoli: un amore che Nino manifesta in ogni modo. «Qui ci sono sicuramente tifosi della Juve, del Milan, dell’Inter – ha detto – ognuno tiene liberamente alla squadra del cuore ma il gioco del calcio non può compromettere i rapporti tra le persone». Indossa subito la sciarpa del Napoli, come fosse una coperta di Linus, e con lui un’intero teatro intona “Quei ragazzi della curva B», brano che segnerà la chiusura di uno spettacolo durato due ore e dieci minuti». A più riprese durante lo spettacolo viene fuori il “Nino sociale”, quello che chiede un riscatto sociale che parta dal basso e dalla cose belle e straordinarie di un territorio.

(LEGGI L’INTERVISTA DI NINO D’ANGELO AL QUOTIDIANO)

«A Napoli, in Campania, in Calabria, non esistono soltanto le cose negative. Eppure sono queste che le vicende che fanno notizia». E mentre canta alla sue spalle scorrono le immagini di Napoli, dell’esibizione al San Paolo del 24 giugno, in occasione dei suoi sessant’anni e che di fare dà il via al tour “Concerto 6.0”, un evento che ripercorre la vita artistica tra musica, cinema e teatro, partita dal quartiere partenopeo di San Pietro a Patierno, dove D’Angelo è nato e cresciuto. E spuntano le immagini degli orgogli di Napoli alla faccia dei soliti luoghi comuni. Totò, Eduardo De Filippo. Massimo Troisi, Mario Merola, Renato Carosone e chiusura con la gigantografia di Pino Daniele, a cui dedicato un omaggio. Nino canta con il pubblico del Rendano “Napul’è”. E’ un tripudio per l’ex caschetto biondo. A “riscaldare” il pubblico saranno soprattutto i grandi successi degli anni Ottanta. E “Nu jeans e ‘na maglietta” sarà affidato alla sola voce del pubblico del Rendano. Per la voce verace della canzone napoletana è un successo di emozioni. E in estate è pronto a ritornare a Cosenza per rafforzare ulteriomente il rapporto con Napoli, per una riscossa del Sud, che parte dal basso.

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