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Virginia Raffaele

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La popolare attrice sarà in scena a Cosenza e a Catanzaro con un “one woman show” diretta da Giampiero Solari

COSENZA – A proposito di “Performance”, lo spettacolo di Virginia Raffaele che sarà al teatro Rendano a Cosenza il 3 novembre (ore 21) e a Catanzaro il giorno successivo, il Resto del Carlino scrive: «È talmente brava che potrebbe fare a meno anche di trucco e parrucco». «E allora licenziamo tutti, va» commenta lei via telefono con l’ironia che l’ha resa famosa. Quell’ironia tutta sua, da attrice comica di razza, trasformista, imitatrice, a volta graffiante, sempre divertente. Il suo “one woman show” sta girando l’Italia. La regia è di Giampiero Solari «che è riuscito a dare a questo spettacolo un’anima poetica e misteriosa – racconta – io all’inizio non capivo il ricorso a questi schermi, a queste luci particolari e invece è uno spettacolo che ha davvero un’anima particolare. Una genialità poetica e lirica».

Lei sta attraversando un periodo magico, sarà soddisfatta.

«Fortunatamente viene percepito tutto al meglio, sì»

Essere così bravi si nasce o ci si diventa?

«Se ci si nasce non lo so. Certe cose devi averle di default, come i tempi comici, o la caparbietà per fare questo lavoro. La perseveranza di volersi migliorare sempre e di imparare ogni giorno, invece, è una cosa che va allenata».

Avere una formazione circense l’ha aiutata?

«La formazione circense mi ha aiutata per prendere la vita, piuttosto che nel mestiere. Mi ha preparata a essere consapevole che questo è un lavoro che oggi c’è, domani no, quindi devi essere pronto a qualsiasi situazione. Il resto l’abbiamo costruito con sacrifici che però sono felice di aver fatto».

Aiuta, invece, essere bella, per un’attrice comica?

«Dipende dal mestiere. Nel trasformismo no: puoi diventare più bella o più vecchia, quindi è molto relativo. Può aiutare se fai dei personaggi che hanno dei canoni alti, come Belen. Ma io non mi reputo bella, proprio no».

E quando si rivede si piace?

«Diciamo che mi trovo duecento difetti, ma cerco di non essere troppo severa».

Parliamo di Calabria, quanto la conosce?

«Mio papà è di Soriano e quindi la Calabria la sento un po’ famiglia. I mustazzoli, così come l’alimentazione in generale, soprattutto quando c’erano i miei nonni, non mi è certo mancata. I miei nonni vennero via dalla Calabria quando mio padre era piccolo, aveva circa 7 o 8 anni, ma due anni fa lo accompagnai a Soriano dove ritrovò la casa dove era nato. Fu una situazione molto tenera, ma anche divertente e surreale. Anche perchè per trovarla ci abbiamo messo circa 45 ore. Ogni via era quella. Era qui. A no, era là. A no, era questa».

Cosa sogna di poter fare, dove pensa di voler arrivare?

«Beh… ogni giorno uno si prefissa delle mete: ci sono giornate in cui prendi quello che hai, altre in cui sei più progettuale. Cerchi di vedere cose in giro anche per prendere ispirazione. Il cinema è una cosa molto attraente per un attore. Sarebbe bello in futuro pensare a un progetto cinematografico».

Diretta da chi?

«Sono tanti i registi con cui mi piacerebbe lavorare, italiani e stranieri. Sorrentino è fantastico, oppure Virzì. Il sogno è Almodovar, però: il suo modo di trattare i temi mi attrae particolarmente».

Qual è la scintilla che deve scoccare per decidere di imitare qualcuno?

«È una scintilla, appunto. Può dipendere da più cose, da un tic, da un modo di parlare, da un modo di muoversi, possono essere anche più cose. Oppure è la storia che rappresenta questo personaggio, il momento storico particolare. Poi io ne faccio talmente tanti e così distanti tra di loro, da Carla Fracci a Nicole Minetti, che non c’è qualcosa che li leghi».

Chi è quella che c’è rimasta più male?

«Sandra Milo dicono che si fosse inquietata ultimamente, però è strano perchè lei mi chiamò e mi disse il contrario e questa cosa qui non so come è andata a finire. Ce ne sono stati vari, che poi magari in seguito hanno ritrattato»

E quella che l’ha presa meglio?

«Beh, Sabrina Ferilli si è divertita molto, Carla Fracci idem, Michela Murgia anche…».

E quando imitando Belen disse ad Emma di presentarle il suo nuovo fidanzato che fu? Improvvisazione, studio, intuizione del momento?

«Questi so’ i segreti del mestiere, mica posso dire tutto…»

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