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L'assessore Francesco De Cicco

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Le considerazioni dell’assessore di Palazzo dei Bruzi sull’amara débâcle calcistica che ha portato la squadra a retrocedere in serie C: “la società si è trovata nella comoda posizione di incassare diversi quattrini e quei pochi che sono stati investiti sono stati letteralmente buttati per costruire un progetto tecnico che non ha né capo né coda”

COSENZA – “Triste giornata quella di lunedì per tutti i cosentini. Con l’ultima sconfitta patita nella trasferta di Pordenone, il Cosenza ha compiuto la nefasta opera che già da qualche settimana sembrava in dirittura d’arrivo: la retrocessione in Lega Pro. Un brutto colpo per la città che, con tanto entusiasmo, aveva festeggiato il ritorno in B tre anni orsono”, dichiara l’assessore di Palazzo dei Bruzi Francesco De Cicco sull’amara débâcle calcistica che ha portato la squadra alla retrocessione in serie C.

“La luce si è spenta, – prosegue De Cicco – il palcoscenico è ripiombato in un buio pesto, che è poi quello dell’inferno della Serie C. Una retrocessione che fa male, anche perché le prospettive per il futuro sono tutto fuorché rosee. Lo stesso Presidente della società Guarascio, considerato l’uomo dei miracoli, ha dovuto fare i conti una gestione scellerata, che ha portato la squadra ad affrontare questa stagione senza la benché minima possibilità di ripetere gli exploit degli anni scorsi”.

“Una stagione disastrosa quella dei lupi – chiosa l’assessore -. I numeri, come sempre, decretano una verità incontrovertibile. In trentotto partite disputate in Serie B, la squadra rossoblù ha messo insieme la miseria di 35 punti con 6 vittorie, 17 pareggi e 15 sconfitte. Un ruolino di marcia che non lascia spazio a dubbi: il Cosenza ha meritato di retrocedere.  È questa l’amara (e atroce) considerazione che tutti i tifosi hanno fatto con estrema onestà intellettuale. Il tecnico Roberto Occhiuzzi non è riuscito a invertire la rotta, con un percorso che già nelle prime uscite si è fatto in salita”.

“Risparmiare a tutti i costi, gestione fredda e cinica della società”

“Affrontare un campionato difficile come quello della B con una squadra rabberciata, a causa di una serie di cessioni eccellenti che hanno portato in altri lidi i migliori interpreti della stagione scorsa (quella della clamorosa impresa nella fase finale della stagione che tanto entusiasmo aveva portato in città) è stata un’idea malsana, folle, priva di qualunque fondamento. Del resto, quando si gestisce una società con l’unico obiettivo di “risparmiare a tutti i costi” c’è ben poco da sperare. Eppure con le ultime stagioni positive del Cosenza, la società si è trovata nella comoda posizione di incassare diversi quattrini. Soldi che però non sono stati spesi, e quei pochi che sono stati investiti sono stati letteralmente buttati per costruire un progetto tecnico che non ha né capo né coda. Un brutto risveglio per una città che sognava un domani di poter ambire a qualcosa di meglio e che invece ha dovuto fare i conti un’altra volta con una gestione fredda, cinica, che guarda solo ai conti e non tiene in nessuna considerazione il sentimento del popolo rossoblù. Come ogni altro sport il calcio può essere rappresentativo della nostra esistenza, dei duri allenamenti che vengono ripagati col successo, ma anche delle amare sconfitte immeritate”.

“Il tempo di Guarascio è finito, ripensare a un nuovo progetto”

Al Presidente Guarascio interessava l’appalto della raccolta differenziata a Cosenza e l’ha ottenuto per la quinta volta. Assumere il comando della squadra è il classico “contentino”, farla navigare nella lega dei professionisti il suo obbligo, ma niente di più. L’idea di tentare la scalata al calcio che conta, vero e unico sogno della città, sembra che non sia mai stata presa minimamente in considerazione.

Lo sport non è solo un passatempo per i momenti di noia, ma una vera e propria passione che fa parte del tessuto organico di una città. Così come accaduto con la débâcle calcistica, anche la stessa città di Cosenza ricalca le tristi vicissitudini della compagina calcistica. Basti pensare alla disastrosa gestione della spazzatura, con una cittadinanza ormai allo stremo e aziende che non possono gestire come si deve la problematica a causa dell’impossibilità di sversare i rifiuti in apposite discariche. Risultato? Strade stracolme di rifiuti, uno spettacolo indecoroso per una città che dovrebbe essere una culla della cultura e che invece negli ultimi anni ha mostrato spesso solo il peggio di sé.

Il modus operandi è frutto di una politica vecchia, superata dalla storia ma purtroppo perseguita da una Regione che, pur spendendo centinaia di milioni di euro, lascia città della caratura di Cosenza in queste condizioni. Come si fa a programmare politiche legate al turismo, al benessere sociale, all’ambiente se lasciamo che i nostri territori vadano alla deriva in questo modo? Gli impegni e la responsabilità delle aziende e delle amministrazioni pubbliche si configurano non solo nei riguardi dei cittadini/fruitori, ma oggi più che mai anche nei confronti dell’ambiente”.

La città di Cosenza, nonostante la rabbia e la cocente delusione, avrà modo e tempo per passare alle analisi, che comunque porteranno tutte a una via d’uscita: il tempo di Guarascio al Cosenza Calcio è finito. Abbiamo bisogno di ripartire da zero con un progetto imprenditoriale che, prima di tutto, creda nelle potenzialità di una città che, seppur ferita, non smetterà mai di combattere. Cittadini e tifosi hanno diritto di tornare a sperare, – conclude l’assessore De Cicco – ma, soprattutto, di essere rappresentati da una compagine societaria che sia pronta a investire nel futuro di un sogno chiamato Serie B”.

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