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La curva dei tifosi del Cosenza

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COSENZA – “Una città è in ostaggio”. Si chiude con queste parole l’ennesimo, duro, comunicato dell’associazione di tifosi “Cosenza nel Cuore” nei confronti del presidente del Cosenza Calcio, Eugenio Guarascio. E chiedono che venga posta fine a questa situazione.

Il ragionamento che fa l’associazione parte dai fatti verificatisi negli ultimi giorni, riscontrati anche oggettivamente, per arrivare a delle conclusioni. L’obiettivo è quello di mettere un po’ di ordine e aiutare alla riflessione.

La nota, dal titolo “Ostaggi di Guarascio e della Scalise: ecco i fatti e le conclusioni” parte dai FATTI, ovvero “1) Guarascio ha sempre sostenuto di non poter fare il passo più lungo della gamba e che se ci fosse stato qualcuno interessato a rilevare la società per investire massicciamente si sarebbe fatto da parte; 2) Nell’ultimo anno, pur di risparmiare sull’ingaggio di Trinchera, non esonerandolo, ha di fatto decretato la retrocessione del Cosenza, consegnandone le sorti in mano alla serpe in seno salentina; 3) A retrocessione avvenuta, convocato dal Primo Cittadino, ha assicurato che se ci fossero state offerte concrete, avrebbe ceduto la società, confidandogli comunque, l’assenza di proposte; 4) In realtà le proposte e gli inviti ci sono stati, ed anche il Sindaco ha fatto intendere di essere stato “preso per i fondelli” da Guarascio; 5) Guarascio al Sindaco ha assicurato, se non avesse ceduto, di mettere in piedi una compagine per la immediata risalita in serie B; 6) Ad oggi, i nomi circolati per il ruolo di DS e Allenatore non hanno alcuna caratteristica da squadra che miri a vincere il campionato”.

Queste, poi, le CONCLUSIONI: 1) Guarascio non dimostra alcun rispetto per i cosentini e per il Sindaco della città, perseverando nel negare verità ed addirittura prendendosi gioco di Occhiuto; 2) A Guarascio non interessa assolutamente che il Cosenza raggiunga risultati importanti.; 3) Per esclusione, quindi, mancando rispetto ed ambizione, in lui prevalgono puri interessi economici e convenienze fiscali che lo spingono a non “liberare” il Cosenza; 4) Le ambizioni di un popolo sportivo e, quindi, la voglia di crescita della città di Cosenza sono mortificate e frustrate dagli interessi di un egoista imprenditore lametino (che giustifica il non realizzare il centro sportivo per i giovani calciatori perché i cosentini “non si meritano niente”), in combutta con la compagna e collega catanzarese che va in giro lamentandosi di avere speso molto (!) per il Cosenza. SIAMO IN OSTAGGIO, UNA CITTÀ È IN OSTAGGIO! ADESSO BASTA!”

Non si ferma, dunque, la protesta dei sostenitori rossoblù. E stasera è prevista una riunione per capire quali altre azioni portare avanti affinché si possa favorire un passaggio di mano della proprietà del Cosenza Calcio.

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