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La protesta a Cosenza

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COSENZA – Ancora una volta in piazza, e stavolta si tratta di una location anche molto simbolica. I tifosi del Cosenza sono tornati a far sentire i loro cori e i loro slogan in piazza Kennedy, icona sociale e sociologica degli anni 80 e 90, fulcro della gioventù cosentina e tra i primi punti di riferimento cittadini per la nascita del movimento ultrà in terra bruzia. Tutti “a piazza”, dunque, per gridare ancora una volta “Guarascio Vattene” e dire no al titolare di Ecologia Oggi quale gestore del calcio a tinte rossoblù.

Nei giorni scorsi un’altra manifestazione si era tenuta nei pressi di piazza dei Bruzi, partecipata e vociante: da allora nulla è accaduto di particolarmente rilevante. Alcuni imprenditori, che avevano manifestato il loro interesse a rilevare la società, hanno poi sottolineato con forza il fatto che Guarascio non abbia alcuna intenzione di cedere.

Lo stesso ha fatto il sindaco, meravigliandosi come, a fronte di imprenditori con intenzioni serie, lo stesso Guarascio non abbia mai voluto sentir ragione, mettendo in atto comportamenti che lasciano pensare ad una sua marcia indietro rispetto alle parole dette al sindaco tre settimane fa, ovvero quelle di essere disposto a prendere in considerazione la cessione del club.

Laddove, dunque, fino a qualche anno fa stazionavano le Colombe della Pace di Cesare Baccelli, monumento che può testimoniare tanta storia dei cosentini di ieri e di oggi e tante storie di passione rossoblù, i sostenitori del Cosenza fra di loro hanno sottolineato come la simbolica raccolta di firme promossa dall’Associazione “Cosenza nel Cuore” sia un valido metro di giudizio per comprendere la reale portata della contestazione, visto che si è superata la soglia delle 2500 adesioni, che non sono assolutamente poche e che sono destinate a crescere.

Poi sono partiti il mini corteo e i cori, continui e assordanti. E con il passare dei minuti la folla è cresciuta, raggiungendo numeri superiori rispetto a quella precedente. I sostenitori hanno continuato a parlare di mancanza di rispetto da parte di Guarascio nei confronti di tutta una città.

Una città – dicono – «che non vuole un presidente così. Se passa l’idea che a Cosenza si possa far calcio come pensa lui, allora è meglio starsene a casa. Noi vogliamo difendere i nostri colori, ma non con un presidente come Guarascio».

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