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Marco Carraro esulta dopo il gol al Crotone

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COSENZA – C’è un nuovo re in quel di Cosenza. Fisico scolpito, 187 cm di altezza, un piede destro che dà del tu al pallone e un urlo, quello col quale ha squarciato il cielo sopra il “Marulla”, che da sabato sera riecheggia ancora nelle case nei quartieri della città calabrese. Che è tutta ai piedi di Marco Carraro, il giustiziere del Crotone in un derby dal significato speciale, perchè proietta il Cosenza dalle grinfie della zona calda al meraviglioso balcone della parte sinistra della classifica.

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“Bisognava solo avere pazienza, non dimentichiamoci che noi, a differenza di tutte le altre rivali, siamo partiti in corsa e non potevamo essere pronti già il 20 agosto”, spiega colui che in un mese appena ha conquistato i cuori e ammaliato gli occhi della tifoseria dei Lupi.

“La Serie B, per come l’ho conosciuta io in questi anni, è un campionato pieno di sorprese e non esistono mai nè ruoli scontati, nè squadre imbattibili. Noi conoscevamo quella che era la nostra forza, ma dopo la riammissione la società aveva bisogno di un pò di tempo per assemblare bene il tutto e consegnare al mister una rosa all’altezza del compito che gli era stato assegnato. Direi che nelle ultime 4 gare abbiamo dimostrato che quelle intenzioni non erano affatto campate per aria”.

Anche la storia di Carraro è di quelle che meritano attenzione e dimostrano che nella vita la pazienza può sempre portare buoni frutti. Cresciuto nel Padova, partito verso Milano (destinazione Inter) all’età di 16 anni, in casa nerazzurra ha appreso i rudimenti del mestiere e messo le mani su uno scudetto Primavera (nel 2017) e una Coppa Italia. La prima avventura nel calcio dei grandi, nel Pescara di Zeman (stagione 2017-18), è fortunata a metà, perchè finchè il boemo resta in sella per lui di spazio ce n’è abbondanza, quando invece arrivano Epifani e Pillon la panchina diventa sua sgradita amica. Eppure l’Atalanta gli concede una chance: lo acquista dall’Inter nell’estate del 2018 e lo rimette su un treno, destinazione Foggia, dal quale scende nel gennaio del 2019 per accettare la chiamata di Gabriele Goretti al Perugia. Un incontro non casuale, certamente decisivo nella carriera del centrocampista: “Il direttore ha avuto fiducia in me sin dal primo istante e questo ha rappresentato una straordinaria iniezione di fiducia”, ricorda ancora oggi Marco. Che in Umbria sboccia definitivamente grazie anche al lavoro di Nesta, non replicato l’anno successivo quando il Grifone conosce una clamorosa retrocessione in C.

Carraro però è ormai un profilo da cadetto: si trasferisce in prestito al Frosinone, poi torna a Bergamo a fine stagione e accetta di salire sul carro di Zaffaroni a Cosenza, naturalmente attratto anche dalla prospettiva di tornare a lavorare con Goretti. La punizione capolavoro con la quale ha steso il Crotone, regalando il quarto risultato utile a una squadra che solo tre settimane prima veniva messa alla berlina dal super Brescia, è un biglietto da visita per l’eternità. “Volevamo vincere sia per i nostri tifosi, sia per dimostrare che questo gruppo può davvero dire la sua contro qualunque avversario. Ha ragione il mister quando dice che c’è ancora moltissima strada da fare, ma questo filotto di 10 punti ci permetterà ora di lavorare con più serenità e di prendere ancor più coscienza dei nostri mezzi”.

Servirà anche a Carraro per imporsi una volta di più nel cuore della mediana rossoblù. Lui che a Pescara avevano ribattezzato impropriamente “il nuovo Pirlo”, in Calabria pare aver trovato finalmente una dimensione all’altezza delle aspettative.

Intanto se lo godono Zaffaroni e i compagni, al pari di una tifoseria che dopo la perla rifilata al Crotone lo ha innalzato a nuovo beniamino. Se il buongiorno si vede dal mattino…

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