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Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

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COSENZA – Una denuncia al termine della manifestazione “Sentinelle in piedi” che ha fatto tappa nella città di Cosenza. Un comunicato della Questura informa che «un esponente dei centri sociali, M.E. del ’73, è stato accompagnato in Questura e, successivamente, denunciato in stato di libertà, per aver sputato all’indirizzo di un furgone della Polizia e per essersi rifiutato di esibire un documento di riconoscimento alla richiesta del personale operante».

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Certo è che se il loro obiettivo era quello di richiamare l’attenzione, allora la missione può definirsi compiuta: strade del centro blindate, traffico impazzito e uno stuolo di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa a vigilare sulla sicurezza delle Sentinelle in piedi. A Cosenza erano una trentina o poco più per la loro consueta veglia di protesta contro il decreto che fa dell’omofobia un reato da punire penalmente. Erano arrivati alla spicciolata – qualcuno anche dalla provincia – e ognuno aveva con sé un libro a tema religioso. Si sono disposti a quadrato intorno a piazza dei Bruzi e poi si sono dedicati alla lettura mentre intorno a loro, un centinaio di contromanifestanti di Arcigay, centri sociali e affini gliene diceva di tutti i colori. Cori e sfottò di ogni tipo, compresa qualche azione disturbante subito rintuzzata dalle forze dell’ordine. I contestatori, però, dapprima bloccati a circa duecento metri dalla piazza, si sono ritrovati a ridosso dell’obiettivo. “Le due manifestazioni si sono svolte regolarmente e senza incidenti, il personale della Polizia di Stato, incaricato della gestione dell’ordine pubblico, coadiuvato da altre forze di polizia, ha evitato che i partecipanti alle due manifestazioni venissero in contatto” ha informato oggi il comunicato della Questura di Cosenza.

Slogan di ogni tipo, comunque, in particolare antifascisti. Il tam-tam, infatti, si era propagato già da alcuni giorni, segnalando l’adesione di Forza nuova al presidio cosentino delle sentinelle. In effetti, c’erano anche loro, i forzanovisti: quattro ventenni barbuti e sorridenti, venuti dalla costa tirrenica. «Siamo qui come cattolici» hanno precisato, prima di sprofondare nella lettura del Vangelo.

Il resto del gruppo era formato, invece, da un gruppetto di uomini adulti (solo tre le donne) che, per un’oretta buona si è sciroppato, stoicamente, gli improperi di chi, anagraficamente, avrebbe potuto essergli nipote. «Ma questi non sono fascisti – ha realizzato uno dei più attempati tra loro – Sono di Comunione e liberazione». E giù slogan anti-Cl. «Voi in piedi, noi in tutte le posizioni» recitava il tazebao di un altro manifestante “contro”, mentre due attiviste improvvisavano baci saffici e altri, travestiti da pagliacci, esponevano cartelli con su scritto: «Io sono intollerante».

Sempre secondo la Questura «circa in quaranta, intorno alle ore 17.00, hanno poi occupato l’ex sede dell’Enel, esibendo uno striscione con su scritto “270.000 stanze vuote, basta sprechi, case per tutti”. Successivamente, alle ore 18:30, gli stessi manifestanti abbandonavano lo stabile».

 

Tutto si è poi compiuto intorno alle 21, quando le sentinelle in piedi hanno interrotto la veglia, disperdendosi sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine. A piccoli gruppi si sono mischiati con i manifestanti che, fino a poco prima, gli avevano ringhiato contro, prendendo ognuno la propria direzione.

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