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COSENZA – Il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ha disposto un’indagine interna all’ospedale di Corigliano Calabro, in merito al coinvolgimento di personale sanitario nell’operazione ‘Medical Market’, nell’ambito della quale è emerso l’aborto indotto di una donna a scopo assicurativo, e una serie di truffe alle assicurazioni e all’Inps con certificati compiacenti. La verifica è stata disposta per accertare eventuali responsabilità, ”anche con l’obiettivo di supportare le attività investigative della magistratura e degli organi inquirenti”.

I FATTI. Una donna incinta, tra la 24esima e la 28esima settimana di gravidanza, ha simulato un incidente stradale e, grazie all’aiuto di medici compiacenti, sarebbe stata indotta al parto. Il bambino, nato vivo, sarebbe stato deliberatamente lasciato senza assistenza e quindi morto al solo scopo di intascare i soldi dell’assicurazione. «Sarebbe bastata una boccata d’ossigeno per salvarlo» ha commentato il dirigente della Polizia Stradale di Cosenza Domenico Provenzano. Ma i casi di aborto per aumentare il risarcimento delle assicurazioni sarebbero diversi. 

E’ l’agghiacciante scenario emerso durante la presentazione alla stampa dell’operazione Medical Market, condotta dalla Procura di Castrovillari, e che ha portato all’arresto di sette persone e all’emissione di 144 avvisi di garanzia. L’obiettivo è sgominare un’organizzazione criminale che avrebbe avuto base operativa all’ospedale di Corigliano e che tra somme percepite indebitamente e truffa alle assicurazioni e all’Inps avrebbe fruttato illecitamente 2 milioni di euro. Secondo quanto sostenuto dal questore di Cosenza, Luigi Liguori non è stato fatto nulla per tenere in vita questo bambino (LEGGI LA RICOSTRUZIONE DEGLI INQUIRENTI) L’operazione “Medical Market”, eseguita dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di finanza di Cosenza, ha permesso di scoprire la simulazione di un incidente stradale di una donna incinta mentre avrebbe praticato un aborto indotto, è drammatica.

LEGGI I NOMI DELLE PERSONE COINVOLTE

Dalle indagini risulta che all’ospedale di Corigliano alcuni medici rilasciavano certificazioni in tutto o in parte viziate da falsità al fine di trarre in inganno i medici legali delle compagnie assicurative. E’ inoltre emerso che, attraverso studi legali di Corigliano e Mesoraca, venivano rilasciate certificazioni mediche attestanti patologie invalidanti senza però che i presunti pazienti venissero sottoposti alle visite. Certificazioni rilasciate sul modulo in uso al reparto di Ortopedia dell’ospedale senza che però agli atti del nosocomio vi fosse traccia dei pazienti, delle visite o delle prenotazioni. E il radiologo, con la complicità del dottor Garasto, allo scopo di provare le patologie invalidanti, attribuiva a pazienti sani, le radiografie di persone effettivamente affette da patologie che non avevano assolutamente alcun nesso con presunti incidenti stradali.

E’ emersa inoltre la curiosa vicenda di un medico dell’ospedale di Corigliano il quale nonostante fosse in servizio, con tanto di cartellino timbrato, spesso si allontanava o non era per nulla presente nella struttura ospedaliera e talvolta era, come accertato dagli investigatori, a casa a guardare le partite di calcio in tv.

LE TRUFFE ASSICURATIVE – Riguardo alle truffe assicurative, gli investigatori hanno rilevato numerosi falsi incidenti stradali imbastiti al fine di lucrare sui rimborsi. Le pratiche erano, in alcuni casi, curate e istruite da un avvocato di Corigliano, anch’esso coinvolto negli illeciti: venivano presentati alle compagnie assicurative falsi certificati medici rilasciati da dottori compiacenti operanti anche presso strutture pubbliche, i quali, a pagamento, fornivano false certificazioni di ricovero al Pronto Soccorso dopo incidenti stradali mai avvenuti, arrivando anche a produrre referti radiologici falsi. Numerosi anche i casi di truffa ai danni dell’INPS che vedono coinvolti 45 indagati. Riscontrati anche vari casi di rilascio di certificati medici “su richiesta” ,da parte di medici compiacenti, al fine di giustificare le assenze dal servizio o per documentare false malattie di dipendenti di enti pubblici.

LE CONTESTAZIONI – Vari i capi di imputazione: dall’omicidio volontario al falso ideologico e materiale in atto pubblico, corruzione, peculato, frode e truffa ai danni dello Stato. L’operazione è stata condotta in maniera congiunta da Polizia di Stato e il comando provinciale della Guardia di Finanza. Questa attività investigativa della Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Franco Giacomantonio, viene collocata dagli inquirenti «tra le inchieste di maggior spessore che l’Autorità Giudiziaria ha di recente svolto nella Sibaritide per la repressione dei fatti criminosi più insidiosi che intaccano il sistema economico del Paese e della Regione».

 

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