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CATANZARO – La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto che venga dichiarato il fallimento della “Fondazione Campanella”, finita al centro di un’inchiesta in cui si ipotizza il reato di false comunicazioni sociali a carico di dieci persone. La richiesta, avanzata dai sostituti procuratori della Repubblica titolari del caso, Gerardo Dominijanni e Graziella Viscomi, è già approdata al Tribunale fallimentare di Catanzaro e si basa sul presupposto della critica situazione finanziaria della Fondazione. Si attende adesso la pronuncia dei giudici, mentre intanto a Roma, presso il Ministero della Salute, sono in corso strenue trattative in vista dell’ipotesi licenziamento che incombe sugli oltre 150 dipendenti della struttura – i preavvisi di licenziamento sono stati da pochi giorni posticipati al prossimo 31 gennaio.

Secondo le ipotesi d’accusa degli inquirenti, le dieci persone finite nel registro degli indagati, in un periodo di tempo compreso tra il 2008 e il 2011, avrebbero alterato in modo sensibile la situazione economica, finanziaria e patrimoniale della Fondazione Campanella, con una serie di omissioni nelle note integrative che formano il bilancio, non contabilizzando le voci relative alle prestazioni e al personale che veniva utilizzato dalle unità operative del polo oncologico con l’Azienda Mater Domini e con l’Università Magna Graecia. E quelle operazione, sempre stando all’ipotesi dei magistrati, non sarebbero state frutto di sbagli involontari, ma operazioni consapevoli che avrebbero avvantaggiato sia Fondazione Campanella sia l’intero Cda.

Sul registro delle notizie di reato sono stati iscritti i nomi di Anselmo Torchia e Paolo Falzea sotto accusa in qualità di presidenti pro tempore della Fondazione, Manlio De Pasquale, Oscar Tamburrini, Giovanni Mosca, Ferdinando Salvatore Cosco, Elio Scaramuzzino, componenti dell consiglio di amministrazione, Francesco Muraca, Franco Scarpino revisori dei conti e Giovanna Natale.

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