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COSENZA – «Tra i tre indagati a vario titolo c’è anche chi è accusato direttamente dell’omicidio». Lo ha detto stamane all’Agi il procuratore capo di Cosenza Dario Granieri riferendosi alle indagini sull’omicidio di Antonio Taranto, ucciso all’alba di domenica (LEGGI) nell’androne di casa sua, sul cadavere del quale, intanto, oggi si svolgerà l’autopsia. Sul registro degli indagati sono state iscritte tre persone per diverse ipotesi di reato (LEGGI). In particolare, sono due le persone che sono chiamate in causa per il delitto; si tratta di Domenico Mignolo e Leonardo Bevilacqua.

Polizia e Carabinieri hanno sentito diversi residenti nella zona dove è avvenuto il delitto, e proseguono le attività per ricostruire esattamente dinamica e motivo della forte discussione avvenuta in discoteca e proseguita, qualche ora più tardi, con un chiarimento che però è costato la vita a Taranto. Secondo quanto appreso, la vittima frequentava ambienti di interesse investigativo per le forze dell’ordine, pur non avendo precedenti penali significativi. Da chiarire se fosse venuto in contrasto con il suo killer per questioni pregresse e se l’omicidio possa trovare una spiegazione che va oltre la semplice lite in discoteca, legata proprio agli assetti criminali sul territorio cosentino.

Uno dei due indagati per omicidio è l’occupante dell’appartamento dello stabile di via Popilia davanti al quale, secondo la ricostruzione degli investigatori, sono state trovate tracce di sangue di Taranto, ferito mortalmente da un colpo di pistola sparato alla schiena. La vittima è stata poi trovata nell’androne del palazzo ancora in vita. Resta indagata per favoreggiamento la moglie dell’uomo che domenica ha dato l’allarme chiamando i carabinieri. I due sono stati indagati dalla squadra mobile.

L’altro indagato per omicidio, invece, era stato iscritto ieri dopo essere stato interrogato dai carabinieri del reparto operativo e dal pm che coordina le indagini. Secondo la ricostruzione degli investigatori avrebbe fatto parte del gruppo che avrebbe avuto una discussione in discoteca con il gruppo del quale faceva parte Taranto. Nel corso dell’interrogatorio, però, avrebbe fornito una versione contrastante con quanto accertato dai carabinieri. Da qui la prima iscrizione per false dichiarazioni trasformata oggi dalla Procura in quella di omicidio.

Non è escluso che la modifica del reato ipotizzato nei confronti dei due sia legato alla necessità di consentire loro di nominare propri periti in vista dell’autopsia che sarà eseguita nel pomeriggio.

 

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