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Curioso particolare dell’inchiesta che ha portato a smantellare la cosca di Mariano Comense e che avveniva in una discoteca gestita da elementi vicino al clan

MILANO – «Prima lo pesto, poi gli do il cocktail e gli dico che lui vale i cinque euro del cocktail». E’ questo il trattamento che secondo Ludovico Muscatello, uno dei presunti affiliati alla ‘ndrangheta arrestati oggi nell’inchiesta della Dda di Milano (LEGGI) che ha portato a smantellare la “locale” di Mariano Comense (Como), andava riservato a quei molti «calabresi che consumavano senza pagare» in una discoteca gestita da persone vicine alla cosca.

Muscatello, infatti, si legge nell’ordinanza firmata dal gip di Milano Andrea Ghinetti su richiesta dei pm Alessandra Dolci e Marcello Tatangelo, aveva saputo dal titolare di una discoteca di Cantù (Como) che «gli introiti erano notevolmente inferiori rispetto al numero di ingressi, per la presenza di calabresi che consumavano senza pagare».

Un mancato «guadagno» che si «aggirava intorno agli 8mila euro al mese, e quindi il titolare richiedeva l’intervento di Muscatello Ludovico al fine di sistemare la cosa». E Muscatello in una telefonata «affermava di aver già garantito al titolare che, con la sua presenza nel locale, «i paesanì avrebbero pagato tutti regolarmente» e diceva, intercettato mentre parlava con un altro arrestato: «Pagano e stanno zitti che si spaventano (…) prima lo pesto, poi gli do il cocktail e gli dico che lui vale i cinque euro del cocktail». 

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