X
<
>

Una immagine dei danni per il terremoto nel Centro Italia

Condividi:
2 minuti per la lettura

CATANZARO – In zona sismica 1, la più pericolosa, più di una casa su due è stata costruita prima del 1971, quando entrò in vigore la normativa antisismica.Si tratta di circa un milione di abitazioni. E la Calabria detiene questo drammatico record tra le regioni.

I dati sono stati resi noti dal presidente dell’Istat Giorgio Alleva, nel corso di una audizione di fronte alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato a Montecitorio. Circa il 9% del territorio italiano appartiene alla zona sismica 1 (la più pericolosa). Tale quota risulta assai più elevata in alcune regioni: circa il 50% in Calabria, il 33% in Abruzzo, e tra il 20 e il 30% in Basilicata, Campania, Molise e Umbria.

Le regioni che hanno porzioni di territorio nella zona 1 sono 113. Complessivamente, il numero di abitazioni residenziali della zona 1 ammonta a circa il 5,6% del totale delle abitazioni italiane: si tratta di poco meno di 1,9 milioni di abitazioni, oltre la metà delle quali (52,5%) costruite prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica (ovvero prima del 1971). Oltre il 42% di queste abitazioni è situata in Calabria, circa il 13% in Campania.

Sempre secondo la rilevazione effettuata nel 2011, la larga maggioranza (il 77,1%) degli edifici costruiti in questa zona prima del 1971 ha una struttura portante in muratura e solo il 13,5% in cemento armato. Inoltre, più di un quarto degli edifici della zona eretti dopo il 1970 continua ad avere la struttura portante in muratura. La porzione di territorio occupata da comuni in zona sismica 2 (la più ampia per estensione) è pari al 35,2% e include altre quattro regioni (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana). Vi si trovano circa il 32% delle abitazioni residenziali del Paese, per poco meno del 52% costruite prima del 1971.

La quota di edifici costruiti anteriormente a questa data con struttura portante in cemento armato è del 16,2%. Sicilia e Campania sono le regioni con il maggior numero di abitazioni in zona 2 (25,2% e 20,1% rispettivamente). La zona sismica 3 rappresenta il 32,7% del territorio italiano ed è presente in tutte le regioni ad eccezione della Calabria, il cui territorio appartiene interamente alle prime due zone, e della Sardegna, interamente situata in zona 4.

Nella zona 3 si trovano il 40,7% delle abitazioni residenziali, circa il 55% delle quali costruite anteriormente al 1971. Circa il 16% degli edifici della zona costruiti prima del 1971 ha una struttura portante in cemento armato.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE