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Una manifestazione sindacale unitaria

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CATANZARO – Scoppia la guerra tra le organizzazioni sindacali all’indomani della festa dei lavoratori. Il primo maggio, celebrato dai sindacati a Portella della Ginestra nel 70esimo anniversario della strage operata dal gruppo di fuoco del bandito Salvatore Giuliano, rischia di diventare, per i sindacati calabresi, un momento di tensione.

Ad aprire la polemica è la segreteria della Cgil Calabria che in una nota afferma: «Le gravi ed irresponsabili affermazioni del Segretario generale della Cisl Calabria (Paolo Tramonti n.d.r.)che aveva diramato una nota stampa alla vigilia del 1 maggio con la quale accusava la Cgil Calabria di “chiamarsi fuori dalla manifestazione di Portella della Ginestra” sono una offesa ai tanti militanti della Cgil e non che dalla Calabria sono partiti ed hanno manifestato a Piana degli Albanesi. Per questi lavoratori chiediamo le scuse formali dalla Cisl Calabria».

La nota poi precisa che «le manifestazioni del 1 maggio si sono tenute anche in Calabria, in alcuni casi unitarie, in altri casi sono state organizzate dalle Amministrazioni comunali, dalle Camere del lavoro, dalle associazioni. La festa del 1 maggio è una festa di tutti e non è prerogativa della sua sigla, se ne faccia una ragione. Piuttosto – prosegue accendendo la polemica il testo – spieghi il Segretario della Cisl calabrese ai lavoratori perché la Cisl Calabria si è ‘chiamata fuori’ dalle parti civili dal processo “Gotha” che si svolge nel Tribunale di Reggio (SCOPRI IL FASCICOLO IN AGGIORNAMENTO DINAMICO CON TUTTE LE NOTIZIE SULL’OPERAZIONE GOTHA), non avendolo visto alla prima udienza nell’aula bunker dove la Cgil in tutte le sue articolazioni era presente. Spieghi inoltre il Segretario generale della Cisl Calabria il perché si è ‘chiamato fuori’ dal procedere ad una mobilitazione unitaria, stante la drammatica situazione economica e sociale cui versa la nostre regione, nonostante gli esecutivi unitari a più riprese spingevano in queste direzioni».

Un attacco frontale che rompe la tregua silente degli ultimi mesi durante i quali «la Cgil Calabria, pur non comprendendo le esitazioni della Cisl a procedere ad una mobilitazione unitaria verso il governo nazionale e regionale ha rispettato i tempi chiesti, lavorando alacremente per ridare valore ad una azione comune che ha consentito di rimettere in moto vertenze delicate come quella della Zes di Gioia Tauro, alla quale, fino a poco tempo fa non credeva più nessuno. La Calabria ha bisogno di un sindacato forte, che non faccia la stampella della politica e che sia autonomo, capace di dare alla politica gli stimoli necessari per cambiare rotta e strategia e mettendo al centro della discussione lo sviluppo ed il lavoro, senza autoreferenzialità o reverenzialità».

In conclusione, quindi, per la Cgil «con la sua uscita, estemporanea ed irresponsabile, dettata forse da una precisa volontà di non procedere alla mobilitazione unitaria il Segretario della Cisl Calabria ha tracciato un solco profondo, di cui i lavoratori, il sindacato unitario, non ne avvertivano il bisogno».

Non si è fatta attendere la replica del segretario generale regionale della Cisl Paolo Tramonti che alle accuse della Cgil ha ribattuto affermando che «in un momento in cui di tutto ci sarebbe bisogno tranne che di inutili e sterili polemiche ci troviamo a dover registrare una querelle, a nostro avviso, priva di contenuto. Pur ribadendo di voler chiudere una polemica ‘sterile e vuota di fondamento’, è opportuno fornire alcune precisazioni. Puntualizzazioni – spiega Tramonti – necessarie e dovute per rispetto della storia e dell’autonomia che da sempre caratterizza la Cisl calabrese».

Il sindacalista respinge al mittente le accuse e ribadisce che «non possiamo accettare lezioni di legalità o morale da parte di nessuno, né tanto meno dalla Cgil. La Cisl, che ha sempre posto il tema della legalità al centro dei propri programmi e delle proprie strategie, ha in più occasioni formalizzato richieste di costituzione di parte civile, documentabili, come nelle circostanze dei processi ‘Porto di Gioia Tauro’ e di quello relativo all’omicidio di Francesco Fortugno che, va ricordato, prima ancora che politico e rappresentante delle Istituzioni ha ricoperto il ruolo di segretario regionale Cisl Medici. Fatti che pongono la Cisl in un ruolo antimafia non di facciata o di concetto bensì di soggetto attivo, al di fuori di ogni intento retorico». Inoltre, «quanto alle presunte vicinanze della Cisl alla politica è fin troppo chiaro e riconosciuto che a noi sta a cuore solo la tutela e la rappresentanza dei lavoratori come dimostrano le tante iniziative e mobilitazioni svolte sempre sul terreno del sociale e mai per sostenere candidati o partiti in occasione di elezioni e primarie come invece spesso accade per qualche altra organizzazione sindacale».

In chiusura Tramonti auspica «che non si presentino altre occasioni che diano origine a spaccature e polemiche, soprattutto quando queste sono portate avanti con insinuazioni e attacchi gratuiti e pretestuosi».

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