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Gli uffici della Procura di Milano

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LA ‘ndrangheta avrebbe avuto un ruolo fondamentale nella gestione degli appalti pubblici in Lombardia. Una conferma arrivata anche con l’operazione portata a termine dai carabinieri di Monza e dalla guardia di finanza di Varese che hanno eseguito in Lombardia e Piemonte 43 ordinanze di custodia cautelare, di cui 12 in carcere, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Dda milanese su due gruppi criminali che avrebbero agito tra Milano e Varese.

Nell’inchiesta sono finiti esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, accusati a vario titolo di associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, corruzione e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all’aggiudicazione di appalti pubblici.

La posizione della ‘ndrangheta è stata illustrata dal procuratore capo di Milano Francesco Greco: «Da tempo in Lombardia politica e imprenditoria locale sono colluse con le cosche del territorio, come evidenziato da tantissime indagini della Dda. C’è una sinergia tra le cosche della ‘ndrangheta e imprenditori del luogo». Il procuratore ha sottolineato «che la nostra preoccupazione in questo momento è che magistrati e forze dell’ordine sono pochi per contrastare la criminalità organizzata». E ancora: «La Dda ci ha chiesto aiuto perché è sotto organico».

Tra le 43 misure cautelari disposte dal giudice Raffaella Mascarino, su richiesta della Procura di Milano, ci sono anche il consigliere comunale di Milano, Pietro Tatarella, candidato di Forza Italia alle Europee, e il sottosegretario dello stesso partito in Regione Lombardia, Fabio Altitonante. 

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