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Un'operazione della polizia

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ALTRI due colpi alla ‘ndrangheta. Tre milioni di euro di beni sequestrati al boss Francesco Manno di Pioltello (Milano) e altri tre milioni confiscati tra la Liguria e la Lombardia alla ‘ndrina Rodà-Casile.

La divisione Anticrimine della questura meneghina ha eseguito un nuovo decreto di sequestro contro il boss della ‘ndrangheta Manno, 57 anni, condannato con sentenza definitiva per associazione mafiosa a nove anni di reclusione per l’operazione “Infinito”, considerato il capo della “locale” di Pioltello. Il nuovo provvedimento, che arriva dopo quello eseguito il 22 marzo, è scaturito da altre indagini patrimoniali degli agenti. Il valore complessivo dei beni sotto sequestro equivale a circa tre milioni.

E sono arrivati i complimenti del ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «Grazie alla divisione Anticrimine della questura di Milano. Sono orgoglioso delle nostre forze dell’ordine, che ogni giorno sono indispensabili per ripulire l’Italia dai criminali».

Altra operazione fra le province di Genova e Milano. Alla ‘ndrina Rodà-Casile della “locale” di Lavagna, sono stati confiscati beni per tre milioni di euro. Sotto accusa sono finiti presunti rappresentanti della ‘ndrangheta calabrese ma da anni residenti in Liguria, accusati di usura, estorsione, esercizio abusiva attività finanziaria e traffico di stupefacenti, oltre che nell’investimento di denaro di provenienza illecita con conseguente intestazione fittizia di beni e società.

Con l’operazione “I conti di Lavagna”, coordinate dalla Dda (Direzione distrettuale antimafia) della procura genovese, la Squadra mobile del capoluogo ligure aveva già arrestato otto persone ed eseguito misure cautelari a carico di altre tre. Dopo gli accertamenti, è stata disposta la confisca di beni immobili, auto di grossa cilindrata, conti correnti e deposito titoli, oltre al sequestro delle imprese gestite, secondo gli inquirenti, da affiliati alla ‘ndrina di Lavagna (Comune sciolto per infiltrazioni il 14 aprile 2017) tramite vari prestanome legati da vincoli di parentela.

In particolare, sigilli apposti su tre immobili commerciali, di cui due a Lavagna e uno a Sestri Levante, in provincia di Genova; cinque appartamenti, di cui uno nel centro di Milano, tre a Lavagna e uno nella “Baia del silenzio” di Sestri; due box, uno a Milano e l’altro a Lavagna, e due magazzini a Sestri. E ancora: un ristorante a Sestri Levante, una società di videolottery e una partecipazione in una società attiva nel settore delle scommesse di Lavagna, oltre a cinque auto di cui due di lusso e, infine, una ventina di rapporti bancari attivi.

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