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Alcuni sindaci

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LO scioglimento dei Consigli comunali per infiltrazioni mafiose conferma tutte le sue limitazioni, con decisioni altelenanti. Dopo i ricorsi al Consiglio di Stato per le sentenze del Tar che avevano portato i sindaci di Marina di Gioiosa Jonica e di Lamezia Terme al loro posto, scattano i nuovi provvedimenti.

A Marina di Gioiosa Jonica già ieri è stato già notificato il decreto urgente del presidente del Consiglio di Stato che ha sospeso la sentenza del Tar che aveva riabilitato il sindaco e consiglio comunale sciolto. Già da ieri, dunque, sono tornati i commissari in attesa dell’udienza fissata per l’11 aprile.

Nella tarda mattinata di oggi, anche per Lamezia Terme è stato assunto lo stesso provvedimento, con l’immediato ritorno della commissione straordinaria. Anche nella città di Lamezia, d’altronde, l’Avvocatura dello Stato aveva impugnato la sentenza del Tar avanzando quindi ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che ha riabilitato sindaco, Giunta e Consiglio comunale dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. In questo caso, però, non c’è ancora un provvedimento ufficiale di sospensione della sentenza del Tar che potrebbe arrivare nelle prossime ore.

Prima del ritorno della commissione straordinaria, il sindaco Paolo Mascaro, su Facebook aveva scritto: «Senza parole. Notificato appello al Consiglio di Stato con richiesta addirittura di sospensiva inaudita altera parte. L’appello non contesta, però, la legittimità di un solo atto amministrativo. Difenderemo Lamezia in ogni sede e mai ci arrenderemo ad abusi, soprusi ed ingiustizie a danno della nostra Comunità, qualunque sia il prezzo che dovremo in ipotesi pagare».

Quindi, l’appello inascoltato di Mascaro che, in mattinata, era tornato a commentare la vicenda chiedendo di essere ascoltato «prima di massacrare una comunità». Il primo cittadino aveva reso noto che «i miei legali hanno già inviato una richiesta di audizione in qualsiasi momento, con preavviso di ore 7. Sono disponibile stasera, domani, in ogni istante. Non si può massacrare ancora una comunità negando l’audizione del suo sindaco. Lo Stato mi ha già negato colpevolmente l’ascolto, non ripeta ancora l’errore».

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