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DISSE Giovanni Falcone: “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i principi umani ha un principio e una fine”. Obietta Nicola Gratteri: “La mafia finirà quando finirà l’uomo sulla Terra. La ‘ndrangheta in particolare si può arginare anche dell’80 per cento se si ha il coraggio, la volontà e la libertà di creare un sistema giudiziario forte sempre nel rispetto della Costituzione”.

Riforma Cartabia a parte, le due linee di pensiero divergenti contengono una verità. La vecchia ‘ndrangheta è alle corde del ring. E’ assediata. Circondata. Non ha possibilità di rimettersi in piedi come una volta.

L’arresto di Domenico Paviglianiti, boss dei boss, a Madrid, che segue quello di Rocco Morabito in Brasile, ne è la prova (LEGGI LA NOTIZIA). Boss di ‘ndrangheta arrendetevi tutti. Non potete ammazzare e corrompere tutti. Sieti circondati.

La vicenda del boss reggino Paviglianiti, in passato feudatario di affari sporchi e traffico di armi da guerra in Svizzera, appartenente al gran tribunale delle mafie federate italiane che a Milano decise la morte del figlio di Raffaele Cutolo, ne è la prova provata. Il caso di Domenico Paviglianiti doveva essere un caso Cesare Battisti. Ma in Italia lo sguardo securitario è spesso sbieco. Il boss dei boss, già arrestato in Spagna nel 1996, estradato in Italia per scontare una condanna definitiva, l’aveva fatta franca grazie ai suoi avvocati. Era stato il Corriere della Sera a scoprire il trionfo del codicillo che ti poteva salvare anche se hai ancora 168 anni da scontare. Da ergastolano a scarcerato definitivo due anni fa, come aveva accertato in solitudine il giornalista Luigi Ferrarella.

C’era una vicenda garantista internazionale dietro la clamorosa vicenda. Quando il boss fu arrestato in Spagna nel 1996, l’Italia aveva promesso che non ci sarebbe stato ergastolo (non era previsto all’epoca). Ma nella nostra penisola la Giustizia ha una mano destra che non vede la sinistra. Infatti, dopo essere estradato, la Procura Generale di Reggio Calabria applica a Paviglianiti l’ergastolo duro per chi ha due condanne superiori a 24 anni. Il boss nell’ultima detenzione ha avuto un solo permesso di 2 ore per partecipare ai funerali della mamma. Ma gli avvocati la loro lotta forense hanno saputo giocarla bene. In effetti era stato violato un principio internazionale.

Calcoli su calcoli aprirono le porte del carcere nell’agosto del 2019 al loro assistito. Nello stesso giorno fu arrestato per nuova sentenza, ad ottobre esce veramente e il boss dei boss torna ancora una volta in Spagna a 58 anni per rifarsi una vita. Oggi ritorna al carcere duro. Un tempo non ci sarebbe stato assedio. Sarebbe finita con una dorata latitanza. E invece anche Paviglianiti torna in carcere.

Boss di ndrangheta novecentesca siete assediati. Finirete tutti in carcere. Arrendetevi e collaborate con la giustizia. La nuova ‘ndrangheta ha cambiato pelle ed abito. Gli uomini d’onore moderni sono invisibili e insospettabili nei loro Consigli d’amministrazione, hanno studi con quadri d’autore, da Milano a Londra si arricchiscono con i soldi procurati dai vostri picciotti di giornata. Sono l’alta borghesia che disprezza le vostre origini. Boss di tutti i “locali” calabresi arrendetevi. La vostra ‘ndrangheta sta finendo. Forse è già finita.

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