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MILANO – La “vocazione affaristica dell’organizzazione mafiosa calabrese, si sia declinata nei più svariati settori imprenditoriali”, ma “oggi la ‘ndrangheta, seppure leader nel traffico internazionale di stupefacenti con un ruolo che è da definire nei confronti dei grandi brooker internazionali operanti in tale settore, non appare più così monolitica ed impermeabile a fenomeni quali la collaborazione con la giustizia di affiliati”.

È quanto si legge nella relazione semestrale della Dia.

“Le risultanze investigative del semestre confermano come la l’immagine di una ‘ndrangheta silente, ma più che mai viva nella sua vocazione affaristica, tesa a farsi impresa – è scritto nella relazione – una preoccupante conferma perviene anche dall’elevato numero di provvedimenti interdittivi antimafia adottati dalle Prefetture nei confronti di ditte ritenute contigue alle cosche calabresi, attive in svariati settori commerciali, produttivi e di servizi, che spaziano dalle costruzioni edili agli autotrasporti, dalla raccolta di materiali inerti al commercio di veicoli, dalla ristorazione alle strutture alberghiere, dai giochi, alla distribuzione di carburante”.

Nei contesti internazionali, la ‘ndrangheta è risuscita ad acquisire importanti spazi di manovra, radicandosi, in alcuni casi, con veri e propri locali, espressione diretta di quelli calabresi o, come accertato in alcune indagini, con locali costituiti all’estero, nel caso di specie in Canada, che appaiono direttamente punti di riferimento per esponenti storici della Ndrangheta di Siderno.

Uno dei punti di forza della ‘ndrangheta sta “nella sua capacità di intrecciare legami diretti con qualsiasi tipo di interlocutore: politici, esponenti delle istituzioni, imprenditori, professionisti. Si tratta di soggetti potenzialmente in grado di venire incontro alle esigenze delle cosche, sicché da ottenere indebiti vantaggi nella concessione di appalti e commesse pubbliche”.

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