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Il Ministro Luciana Lamorgese

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CATANZARO – Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese ha presieduto al Viminale una riunione dell’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali alla quale hanno partecipato il sottosegretario di Stato Ivan Scalfarotto, il Vice Capo della Polizia e direttore centrale della Polizia criminale, Vittorio Rizzi, il prefetto di Napoli, Marco Valentini, il prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta, il sindaco di Reggio Calabria in rappresentanza dell’Anci, Giuseppe Falcomatà, il presidente della provincia di Cosenza in rappresentanza dell’Upi, Francesco Iacucci, il presidente dell’associazione Avviso Pubblico, Roberto Montà, e i rappresentanti dei ministeri della Giustizia e dell’Istruzione.

«I dati sull’andamento del fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali – ha detto il Ministro – hanno fatto registrare nel primo semestre di quest’anno un incremento del 15,3% e per questo continuano a costituire un campanello di allarme che non possiamo e non dobbiamo sottovalutare. L’Osservatorio ha ascoltato i prefetti di Napoli e di Catanzaro, con particolarmente riferimento all’esperienza dei rispettivi osservatori regionali, e presto, con la collaborazione dell’Anci e dell’Upi, continuerà il giro di audizioni anche coinvolgendo direttamente i sindaci e gli amministratori locali oggetto di atti intimidatori».

Sul vertice è intervenuto il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, che ha partecipato in qualità di delegato dell’Upi: «I sindaci sono sempre più esasperati, a volte lasciati soli a gestire i propri territori. Ecco perché – ha detto – è necessario ripristinare e rafforzare la solidarietà tra le Istituzioni, visto che troppo spesso non viene data la giusta importanza al ruolo dei sindaci, sempre più nell’occhio del ciclone non solo per minacce e atti intimidatori ma anche per le forti pressioni che ricevono».

Secondo Iacucci, «i primi cittadini non possono essere chiamati a rispondere di tutto ciò che accade nel proprio Comune, oggi invece il rischio di essere esposti penalmente per responsabilità non dirette è sempre più elevato. Serve maggiore collaborazione tra le Istituzioni e una maggiore tutela anche dal punto di vista normativo».

Dall’analisi dei dati relativi al primo semestre 2021, il trend a livello nazionale è in aumento del 15,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno 2020. Si registrano 369 episodi di intimidazione e la Calabria si piazza al quinto posto, mentre se si tiene conto dell’incidenza del numero di intimidazioni in rapporto alla popolazione, la nostra regione si piazza al secondo posto registrando 30 episodi nel primo semestre del 2021.

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