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BRESCIA – Metotrexato: dall’Università di Brescia una nuova arma contro il Coronavirus. Ancora una volta, la “speranza” arriva dall’Università di Brescia ed ancora una volta è il calabrese Arnaldo Caruso, docente universitario di microbiologia, l’autore della ricerca il quale evidenzia: «Il Metotrexato toglie energia alla cellula impedendo che il virus replichi. Con questo semplice meccanismo noi possiamo bloccare il virus ed i suoi effetti patogenetici, se utilizzato sui pazienti ai primi sintomi o che hanno sviluppato sintomi lievi della malattia».

La scoperta – per ora a livello di laboratorio, ma destinata alla sperimentazione clinica – è stata fatta da ricercatori dell’Università di Brescia e dell’Università di Milano-Bicocca ed è descritta nell’articolo Methotrexate inhibits Sars-CoV-2 virus replication “in vitro”, appena pubblicato sul Journal of Medical Virology.

Il dottor Arnaldo Caruso

La ricerca, è partita da un approccio sistemico, che ha focalizzato una funzione virale, però connessa al metabolismo della cellula ospite. Come tutti i virus, il Sars-CoV-2 per replicarsi ha bisogno di fare tante copie delle due parti di cui è costituito: l’Rna – l’acido ribonucleico, ovvero il corredo genetico – e la parte proteica (esterna). Per replicare il suo Rna, il virus deve utilizzare nucleotidi, metaforicamente dei “mattoncini da costruzione” che però devono venir forniti dalla cellula umana che lo ospita. L’idea dei ricercatori è stata quindi di intervenire non sul virus, ma sulle cellule ospiti dei pazienti lievi o ai primi sintomi: se si blocca la produzione dei nucleotidi, il virus non riceve più materiali per fare copia di se stesso.

Per riprodurre questo meccanismo biologico, i ricercatori hanno sperimentato su cellule in vitro, presso il laboratorio di Microbiologia dell’Università di Brescia, diretto dal professore Arnaldo Caruso che ha come prima collaboratrice la dottoressa Francesca Caccuri, anch’ella calabrese, il Metotrexato, un farmaco approvato dalla FDA (Food and Drug Administration, l’agenzia governativa statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti farmaceutici) e utilizzato da decine di anni in terapie antitumorali e su patologie autoimmuni. Questo farmaco è in grado di inibire la biosintesi delle purine, uno dei costituenti dei nucleotidi che vengono prodotti dalle cellule per costruire il proprio RNA.

«Questo studio è il risultato di un metodo molto innovativo – afferma Lilia Alberghina, Direttore scientifico di ISBE.IT-SYSBIO Centro di Systems Biology dell’Università di Milano-Bicocca – su diversi piani: l’approccio scientifico la ricerca cui hanno preso parte clinici, biochimici, virologi e microbiologi; una forte collaborazione tra più istituzioni».

«Un approccio nuovo alla terapia antivirale – aggiunge Arnaldo Caruso, Docente di Microbiologia dell’Università degli Studi di Brescia e Presidente della Società Italiana di Virologia – che parte dalle nostre conoscenze su Sars-CoV-2. Un virus che ha bisogno di replicare continuamente nella cellula che infetta altrimenti viene degradato ed eliminato. Il Metotrexato toglie energia alla cellula impedendo che il virus replichi. Se poi consideriamo i già noti effetti anti-infiammatori del Metotrexato, la sua efficacia nei pazienti Covid potrebbe diventare ancora più significativa. Una speranza in attesa della sperimentazione sul paziente».

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