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COSENZA – Alla fine sulla roulette del Governo la pallina della Calabria si è fermata sul colore arancione. Un dato che ha sorpreso molti se si guarda cosa sta accadendo in queste ore nella nostra regione e segnatamente in provincia di Cosenza.

A parte il moltiplicarsi delle proteste – come quelle andate in scena ieri da parte di amministratori (LEGGI) e cittadini (LEGGI) – le evidenze scientifiche suggeriscono che c’è qualcosa che non va. In Calabria abbiamo abbondantemente superato la sogli individuata come critica dal Governo per l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva.

Gli ultimi dati dell’Agenas dicono che siamo al 33% (+3%) rispetto alla settimana precedente, mentre l’occupazione degli altri posti letto arriva al 48% per fortuna con un leggero calo.

Due numeri freddi e secchi che però raccontano bene la situazione di grande sofferenza dei nostri ospedali. E proprio la pressione sulle strutture ospedaliere è uno dei parametri che dovrebbero portare all’individuazione dei colori.

Il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac) ha elaborato la curva dei contagi a dieci giorni dalle riaperture. Sebastiani dice che globalmente i contagi sono in discesa, ma non per tutti. In 11 delle 107 province italiane, l’incidenza dei positivi nell’ultima settimana superava la soglia della zona rossa, ossia 250 casi a settimana per 100.000 abitanti.

Fra queste c’è proprio la provincia di Cosenza con 210 casi ogni centomila abitanti. Il bollettino regionale di ieri non sembra essere confortante (LEGGI): 472 positivi nella giornata di ieri e sei morti. Dati che confermano un tasso di positività ancora alto e che sfiora il 12%.

Eppure proprio sul numero dei contagi si stanno concentrando in questi ultimi giorni le polemiche e non solo per la debolezza del sistema del tracciamento che alcuni hanno già bollato come “saltato”. Il problema vero sta nella trasmissione dei dati sui contagi dalla Regione al Ministero.

IL MISTERO DEI CONTAGI

Antonio Ciacco, già assessore e consigliere comunale a Cosenza, si è preso la briga di mettere a confronto i dati diffusi giornalmente dai bollettini della Regione dal 1 marzo 2021 all’11 aprile 2021 con i report di monitoraggio nn. 43,44,45,46,47,48 (anno 2021) della cabina di regia del Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità. I dati potete leggerli nel grafico che pubblichiamo in fondo all’articolo.

Però saltano agli occhi due cose. La prima è le incredibile progressione del virus. I contagi, infatti, nelle ultime settimane sono schizzati decisamente verso l’alto. Se nella settimana che va dal 1 al 7 marzo il numero massimo dei contagi era di 293, in quella che va dal 5 all’11 aprile sfondiamo due volte quota 500 con il record di 593 contagiati l’11 aprile.

Già di per sé questo è un dato che preoccupa. Ma la cosa curiosa che rileva Ciacco è la discrepanza fra i due report, quello calabrese e quello del Ministero. All’appello mancano infatti 1570 contagi che tradotto in termini percentuali significa l’11,4%. Un po’ troppi, forse, per pensare a un semplice errore materiale.

Va ricordato che i report del Ministero si basano proprio sui dati inviati dalla Regione e che il numero dei contagi è uno dei parametri per stabilire il colore di ogni regione. «Il fatto è inquietante – ci dice Ciacco – solo nelle ultime due settimane, la contabilità reale, è stata scremata di 950 casi, che rappresentano oltre il 15% dell’effettivo volume di positività diagnosticata nel corrispondente periodo. E’ un errore commesso in buona fede? Può darsi. Ci mancherebbe altro. E, però, è mai possibile che nessuno si è accorto, in oltre un mese e mezzo del recidivo, sia pur incolpevole errore?».

Ma Ciacco avanza anche un’altra ipotesi che sarebbe davvero inquietante ovvero che i dati siano stati taroccati ad arte. «Delle due l’una: l’alterazione o è il prodotto di una condotta in buona fede o è il prodotto di una condotta in mala fede. Tertium non datur. Perché, ogni settimana, la Calabria comunica a Roma un numero di casi positivi, sempre, sbagliato per difetto? È una domanda semplice, semplice, rispetto alla quale l’opaco silenzio non giova».

Ovviamente non c’è nessuna prova, ma non va dimenticato quanto accaduto nella vicina Sicilia, dove la Procura di Trapani ha aperto una indagine sui dati truccati per consentire all’isola di restare in zona gialla generando uno scandalo che ha portato alle dimissioni dell’assessore regionale alla Sanità.

ARRIVANO I VACCINATORI

Il presidente f. f. Nino Spirlì ieri ha annunciato con grande enfasi l’arrivo del team sanitario dell’Esercito (LEGGI). In realtà si tratta di solo tre persone: un ufficiale medico e due due sottufficiali infermieri. «Su mia richiesta – dice Spirlì – il generale Figliuolo ha inviato un team mobile di vaccinatori per i Comuni di area interna. In questa prima settimana, opereranno per l’Asp di Reggio e, a seguire, per le altre province che ne avranno necessità e ne faranno richiesta. È un supporto importante perché i militari si occuperanno degli ultraottantenni e dei fragili». Basterà a dare vigore alla campagna di vaccinazione?

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