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Il vaccino AstraZeneca

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COSENZA – In Calabria ci sarebbero «casi sporadici» di persone sotto i sessant’anni che in sede vaccinale sono riuscite a ricevere la seconda dose del siero AstraZeneca come nel Lazio e in Basilicata. Potere di un foglietto da sottoscrivere, un “consenso informato”.

In pratica una autocertificazione che richiama alle prescrizioni del Cts ma libera da ogni responsabilità il medico vaccinatore che provvede a raccogliere la richiesta del paziente. La questione è stata sollevata, seppur sottotraccia, nell’ultima diretta messa a punto dalla Protezione civile calabrese stavolta con il commissario dell’Asp di Crotone, Domenico Sperlì. Un botta e risposta tra utenti e commissario sul tema della vaccinazione.

La possibilità di ottenere una seconda dose con il siero c’è e anzi «Ci sono segnalazioni sporadiche – dice Sperlì – in fondo si tratta di una raccomandazione. La vaccinazione non è obbligatoria, dunque tramite consenso informato una persona potrebbe decidere di sottoporsi alla seconda dose di Astrazeneca».

La questione potrebbe spalancare un portone per gli oltre centomila under 60 che in questi giorni si sono ritrovati spalle al muro dopo le “raccomandazioni perentorie” del ministero della Salute. La vaccinazione eterologa è ancora una grande incognita mentre al momento non sarebbero stati registrati casi di reazioni gravi alla seconda dose di vaccinazione con il siero Vaxzevria dell’azienda anglo-svedese.

E poi ci sono le altre regioni. In Basilicata si sono ripetuti gli stessi casi mentre il Lazio lo ha dichiarato nero su bianco: «Per la seconda dose di AstraZeneca richiederemo il consenso informato ai vaccinanti che vogliono come ultima dose lo stesso siero».

Insomma, mentre da Roma si chiede alle regioni di allinearsi perentoriamente alle decisioni legate alla campagna vaccinale spunta la “scappatoia” sulle seconde dosi che potrebbe aggirare l’incognita del “mix” vaccinale.

E proprio in queste ore stanno aumentando le richieste di informazioni ai medici di medicina generale per arrivare preparati in sede vaccinale con in tasca il consenso informato.

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