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La cittadella regionale

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In due anni, la Calabria ha ricevuto 40 milioni per ridurre il fenomeno delle liste d’attesa. Di questi, 38,3 sono ancora in cassa. Manca il personale, ma anche la tecnologia. Rischio commissario.


Sulle liste d’attesa la Calabria continua a tenere in cassa quasi il 90% dei finanziamenti ricevuti dal 2022 al 2024. Circa 43,02 milioni complessivi, 38,3 rimasti in tesoreria. A conti fatti è l’89% di quanto finanziato per azzerare le liste d’attesa dopo il disastro della pandemia. Il dato è impietoso, ed n linea con quanto ripetuto da anni al ministero, troppi fondi rimasti chiusi nel cassetto lì dove era necessario finanziare pesantemente i livelli essenziali di assistenza.

LISTE D’ATTESA I DATI DEL MINISTERO


I dati sono quelli del ministero della Salute, consegnati pochi giorni fa alla conferenza delle Regioni. Un altro colpo del ministro Schillaci da settimane in rotta di collisione con le Regioni sulla gestione delle liste d’attesa. Prenotazioni chiuse, cancellazioni, tempi biblici. Tutte questioni confermate anche dai blitz dei Nas in giro per lo Stivale per capire a che punto siamo.

RISCHIO COMMISSARIAMENTO


La Calabria praticamente sta rischiando un commissariamento alla terza, non solo il piano di rientro e la Protezione civile sull’edilizia sanitaria, ma anche quello sulla gestione delle liste d’attesa. Il decreto del ministero della Salute, però, resta monco. Ma lo scontro è ancora aperto: le risorse c’erano, l’organizzazione regionale? Negli ultimi anni sono stati diversi gli affidamenti (principalmente le Asp) al provato accreditato. Impossibile raggiungere lo zero, o quasi, con lo scarso numero di sanitari in servizio già alle prese con un monte consistente di prestazioni aggiuntive per garantire l’ordinario nelle strutture sanitarie calabresi. Il numero “scarso” poi va scremato dagli imboscati, quelli che hanno messo in crisi il piano personale dell’Asp di Vibo con i suoi esuberi “fantasma”.

I VIAGGI DELLA SPERANZA


Ma il punto dolente è quella spaventosa mobilità passiva, vale a dire i viaggi della speranza dei calabresi fuori regione, che è arrivata a costare 304 milioni di euro. E questo a fronte di fondi disponibili utilizzabili direttamente in Calabria. Nel frattempo, le liste d’attesa sembrano essersi calcificate, con una consistente numero di cittadini che nel frattempo ha avuto accesso ai servizi sanitari attraverso il privato accreditato.

LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA


Il dato, ovviamente, si riflette sui Livelli essenziali di assistenza. Dopo aver faticosamente conquistato il bollino verde rettificando cinque vaccinazioni non inserite a sistema c’è da fare i conti con tutti il resto, che è tantissimo. E a far male è soprattutto l’area della prevenzione, dove ancora si fatica nello strutturare gli screening affidando al privato accreditato una consistente dote di pacchetti necessari a sgombrare, anche in questo caso, tempi di attesa insostenibili.
Il problema, però, è su scala nazionale e potrebbe investire le regioni dalla Lombardia a scendere. La Calabria però rischia di più. Anche questo, in ogni caso, sarà un punto di dibattito nel consiglio regionale in programma oggi a partire dalle 15 con un tema unico: il sistema sanitario calabrese. Occhiuto dovrà rispondere anche su questo, perché i fondi restano nei cassetti?

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