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ROMA – È la Calabria la regione che soffre di più il “disagio sanitario”. Una percezione ampiamente diffusa nell’opinione pubblica e ora confermata dai dati del 15esimo rapporto del Centro per la ricerca economica applicata in sanità (Crea) dell’Università Tor Vergata di Roma, presentato oggi alla Camera.

I numeri, riferiti al 2017, dicono che in Calabria il 10,7% delle famiglie ha subito una combinazione di impoverimento per consumi sanitari e rinunce totali per motivi economici. Segue la Puglia con il 9%, mentre all’estremo opposto c’è il Trentino Alto Adige, con il 2,3%. Il dato medio nazionale è del 5,8% delle famiglie, con il solito divario territoriale tra Nord (4,1%) e Sud (8,3%).

Dal rapporto emerge quanto la salute costi sempre di più in tutta Italia. Ben 4,2 milioni di famiglie hanno dichiarato di aver cercato di limitare le spese sanitarie per motivi economici, e di queste ben 1,1 milioni non ha potuto permettersi alcuna spesa. Il 77,9% delle famiglie italiane ha speso di tasca propria per consumi sanitari nel 2017 a fronte del 61,8% del 2011.

La spesa media delle famiglie è pari 1.867,9 euro, l’incidenza sui consumi complessivi si è ridotta leggermente, passando dal 5,9% del 2011 al 5,6% del 2017. Nell’ultimo anno la spesa per consumi sanitari è cresciuta del 9%, ed è aumentata soprattutto per le famiglie delle fasce più basse e del Mezzogiorno, che hanno contestualmente ridotto i loro consumi totali.

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