X
<
>

Una veduta di Pizzo

Condividi:
2 minuti per la lettura

PIZZO – Sugli esiti dei tamponi fatti sulle persone rientrate in città aleggiano silenzi e attese. Dalla scorsa settimana sono stati tanti a rientrare: studenti, lavoratori stagionali, marittimi, ma ad oggi quasi nessuno ha ancora avuto risposta sul risultato del tampone al quale sono stati sottoposti, ma c’è di più, c’è qualcuno che addirittura non risulta nei registri del rientro.

È il caso di un ragazzo rientrato lo scorso 5 maggio insieme alla fidanzata, lei residente a Pizzo, da Firenze. I due si sono registrati sul sito della Regione come da procedura ed hanno indicato in una casa a Pizzo il luogo nel quale avrebbero dovuto passare la quarantena.

Come ci spiega la giovane donna «entrambi lavoriamo a Firenze, io ho la residenza a Pizzo mentre il mio compagno, pur essendo campano, doveva scendere perché aveva programmato un intervento dentistico urgente dal dottore che da tempo lo segue a Vibo, intervento rimandato già diverse volte.

Dopo la registrazione sul sito, ottenuta la varia documentazione, ci siamo messi in macchina e una volta arrivati a Cosenza i Vigili urbani mi hanno chiamata per sapere quando sarei arrivata e che dovevamo fermarci nell’autogrill di Lamezia per sottoporci al tampone, cosa che abbiamo fatto.

Quando siamo arrivati a Pizzo gli stessi vigili urbani hanno poi provveduto a notificarmi a casa l’obbligo di quarantena fino al 19 maggio, mentre invece non avevano documenti per il mio compagno. Ci è arrivata una sola mail dall’Ufficio tributi del Comune con i suoi dati ma nessuna notifica di quarantena».

Insospettita anche da questo, la ragazza ha iniziato a chiamare l’ufficio di prevenzione di Vibo Valentia ma nessuno sapeva nulla né di loro né del loro tampone, suggerendo di chiamare a Lamezia visto che i tamponi erano stati fatti lì.

«Al primo numero che ho chiamato – continua il racconto – mi hanno anche chiesto chi mi avesse fatto il tampone come se fossi io a doverlo sapere; poi ho chiamato a Lamezia, ma anche lì nessuno sa nulla. Al numero telefonico dell’Asp mi hanno risposto di non essere loro competenti e mi hanno dato il numero dell’ufficio che sta seguendo la pratica, ma non ho mai avuto risposta».

Il risultato è che dopo 10 giorni dall’arrivo non hanno nessuna notizia e «continuiamo ad aspettare, ma vorremmo quantomeno sapere che fine hanno fatto i nostri tamponi e capire perché il nominativo del mio compagno non risulta».

Nel frattempo, il secondo tampone sul trentenne che aveva contratto il Coronavirus all’estero, è risultato negativo, ma anche questo esito è arrivato in ritardo. Il ragazzo infatti era risultato positivo lo scorso 17 aprile, ed era sottoposto al secondo tampone il 5 maggio ed il risultato addirittura dopo 9 giorni. Tempistiche molto rallentate e preoccupazioni invece che aumentano vertiginosamente.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE