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I migranti bloccati a Crotone

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CROTONE – Non possono restare. E non possono partire. È il caso di alcuni gruppi di migranti sbarcati nelle settimane scorse e respinti perché non hanno fatto domanda di protezione internazionale, ma non possono lasciare l’Italia perché non muniti di super green pass, necessario dal 10 gennaio scorso per salire sui mezzi pubblici.

Un caso che si sta registrando anche in altre città crocevia dell’immigrazione ma che a Crotone rischia di scoppiare per la presenza dell’hub regionale Sant’Anna, tra i centri d’accoglienza più grandi in Europa. Il campo si sta svuotando dopo l’impennata di arrivi tra Natale e Santo Stefano, ma con il bel tempo i trafficanti riprenderanno le traversate.

La vicenda è venuta fuori sabato scorso, quando circa 13 migranti non sono riusciti a prendere il treno alla stazione ferroviaria e rischiavano di passare la notte al freddo e al gelo. Prigionieri in Italia, perché non sono in condizioni di ottemperare al decreto di espulsione i cui termini sono perentori. Il questore di Crotone, Marco Giambra, ordina loro di lasciare entro sette giorni dalla notifica del provvedimento il territorio dello Stato italiano, pena una sanzione di 10mila euro qualora vi permangano illegalmente senza giustificato motivo. Per il momento, se ne stanno occupando la Caritas e le coop Agorà e Baobab, che hanno segnalato la vicenda al Comune, ma si rischia un’emergenza, perché tra loro ci sono nuclei familiari con bambini piccoli, come quelli accolti dalla Caritas.

Don Rino le Pera, direttore dell’associazione caritatevole a Crotone, ha informato la Caritas nazionale che ha già scritto al ministero degli Interni sollecitando una soluzione per colmare un vuoto legislativo per l’impossibilità oggettiva, in questi casi, di ottemperare al decreto di espulsione. «La legge non permette loro di restare ma al tempo stesso non sanno come andare via. È assurdo. Abbiamo accolto una famiglia irakena composta da sei persone – racconta al Quotidiano – i genitori hanno fatto la prima dose di vaccino nel loro Paese e sono riusciti a fare la seconda in Italia, i figli non l’hanno ancora fatta e non potrebbero comunque muoversi. Come fanno papà e mamma a partire da soli?».

Il Comune è in costante contatto con l’Asp per valutare la possibilità di vaccinare rapidamente i migranti e superare l’impasse. «L’amministrazione è impotente – spiega l’assessore alle Politiche sociali, Filly Pollinzi – se dovessero esserci 30 respingimenti nei prossimi giorni, o comunque numeri più rilevanti di quelli attuali, ci si potrebbe trovare di fronte a un’emergenza da affrontare con i tendoni, come già accaduto in Sicilia. Ringrazio le associazioni caritatevoli – dice ancora l’assessore – che come sempre stanno dimostrando che a Crotone c’è una rete strutturata dell’accoglienza, ma questo vuoto legislativo dev’essere colmato».

Intanto, mentre qualche famiglia è già partita da Crotone con mezzi privati, resta un paradosso, perché i volontari rischiano quasi di incappare nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina se non si interverrà per modificare il dl 229 del 30 dicembre 2021.

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