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La madre di Giuseppe sorretta dopo l'omicidio

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CROTONE – Riteneva di essere al centro di un “complotto”, di essere «spiato» dai vicini di casa, Salvatore Gerace, il cinquantaseienne che ieri, a Crotone, ha fatto irruzione nell’abitazione adiacente alla sua sparando, in preda ad un raptus, e uccidendo Giuseppe Parretta (LEGGI LA CRONACA DEL DELITTO).

Il ragazzo che si trovava in casa insieme alla mamma, Katia Villirillo, presidente dell’associazione Libere donne, molto impegnata nel contrasto alla violenza di genere, la fidanzata, la sorella ed il fratello si è parato per fare scudo ai familiari e divenendo bersaglio dei colpi di pistola sparati con freddezza da Gerace. La vittima è stata raggiunta al petto, alla spalla ed al fianco.

La dinamica dell’omicidio è stata illustrata in una conferenza stampa in Questura, a Crotone. Ad incontrare i giornalisti il vicario del Questore, Antonio Ferrante e il capo della Squadra Mobile Nicola Lelario che spiegato come, allo stato, non ci sia «collegamento tra quanto accaduto ieri pomeriggio è l’attività dell’associazione». E’ stata una mania di persecuzione, secondo quanto emerso, ad avere obnubilato la mente di Salvatore Gerace.

L’uomo ha riferito agli investigatori di sentirsi spiato ritenendo che la moto, uno scooter con il quale ieri Giuseppe Parretta era arrivato a casa nel pomeriggio, fosse un regalo proprio per questa attività di spionaggio: una motivazione assurda che Gerace, con precedenti per droga, rapina ed armi, ha riferito al magistrato, Alfredo Manca, che lo ha interrogato. Sul posto, dopo le segnalazioni giunte alla centrale della Polizia, sono intervenuti gli agenti delle Volanti e della Squadra Mobile che hanno raccolto le prime testimonianze.

Gerace, dopo il delitto, si è asserragliato nella sua abitazione. Prima non voleva aprire, poi ha ceduto conducendo gli agenti nella camera da letto dove ha consegnato l’arma usata, un revolver 38 con proiettili (dalla perquisizione ne sono stati poi trovati altri), con matricola abrasa e detenuta illegalmente. Per lui il magistrato ha formalizzato l’arresto.

Intanto, è stato proclamato il lutto cittadino a Crotone nel giorno dei funerali di Giuseppe Parretta, lo ha stabilito il sindaco di Crotone, Ugo Pugliese. Il Comune di Crotone si farà carico delle spese per i funerali di Giuseppe e si costituirà parte civile nel procedimento penale a carico del responsabile devolvendo l’eventuale risarcimento derivante dal giudizio in azioni a sostegno della tutela dei minori e delle famiglie in difficoltà. Lo ha deliberato la giunta comunale di Crotone riunita d’urgenza dal sindaco in seduta straordinaria.

Il sindaco di Crotone non ha dubbi: «Davanti alla morte di un ragazzo avvenuta nelle circostanze drammatiche in cui si è verificata – afferma Pugliese – il sentimento di sgomento e di dolore è unanime e condiviso. Ma in questo momento deve soprattutto prevalere il sentimento di cordoglio nei confronti della famiglia colpita negli affetti più cari». «Questa morte – aggiunge il sindaco di Crotone – appartiene a tutti noi. La morte di Giuseppe appartiene a tutta la comunità cittadina. Per questo motivo proclamo per il giorno dei funerali il lutto cittadino come segno di vicinanza alla famiglia ma anche per chiedere all’intera comunità di Crotone di rimanere unita perché la luce della speranza continui ad essere accesa. Essere uniti, stringendosi intorno al dolore della famiglia, della mamma, è un dovere che ciascuno di noi deve sentire. Lo dobbiamo alla memoria di Giuseppe, ai giovani della nostra città, a noi stessi».

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