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Nicola Belcastro sindaco di Cotronei

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COTRONEI – Interruzione di pubblico servizio, danneggiamento aggravato e attentato a impianti di pubblica utilità. Sono i reati per i quali è indagato il sindaco di Cotronei, Nicola Belcastro (Pd), in seguito al sequestro del partitore di Sorical nella località Trepidò eseguito d’iniziativa l’altra sera dai carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro.

Il sequestro, convalidato dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone Alessandro Rho, scaturisce dall’”azione di forza”, come l’ha definita lui stesso, a cui il primo cittadino cotronellaro si sarebbe visto “costretto” in seguito al silenzio serbato da Sorical che non ha ottemperato a un’ordinanza con cui si chiedeva di aumentare la portata idrica.

Cosa che ha fatto il sindaco, dopo aver raggiunto, con tanto di fascia tricolore, accompagnato dall’assessore Vincenzo Girimonte e dal tecnico comunale Antonio Urso, i serbatoi, forzando il lucchetto a chiusura del portone in metallo e improvvisando una manovra sulle valvole di erogazione che ha lasciato però a secco i comuni limitrofi, variando illegittimamente, secondo l’accusa, il flusso idrico.

A secco è rimasta non solo San Giovanni in Fiore, con la cui sindaca, Rosaria Succurro, recatasi a Trepidò, pure lei col Tricolore, insieme a una delegazione, Belcastro ha ingaggiato una guerra tra poveri d’acqua; ma anche Caccuri, Castelsilano, Cerenzia. Il sequestro scatta anche, quindi, per evitare nuove improvvisate manovre di sindaci in processione al partitore di Sorical.

Ma è chiaro che non può essere la Procura a risolvere il problema. Cotronei sta attraversando il clou dell’emergenza idrica per una consistente limitazione nell’erogazione dall’acquedotto Sorical verso i serbatoi di accumulo a monte dell’abitato, in un territorio in cui insistono numerose strutture sanitarie e socio-assistenziali e villaggi turistici.

Da qui l’emanazione di una ordinanza sindacale con cui si intimava a Sorical di ripristinare la normale portata della fornitura idropotabile. Ma un conto è chiedere più acqua con strumenti civili e democratici, un conto sono le ipotesi di reato contestate dalla Procura, che indaga per individuare eventuali ulteriori responsabilità.

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