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Un momento dell'operazione Jonny

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CROTONE – Due anni e quattro mesi di reclusione ciascuno: è la condanna inflitta dal Tribunale penale di Crotone a Pasquale Pittella, di 42 anni, e Albino Rizzo, di 40, entrambi di Isola Capo Rizzuto, per violenza privata alla nota inviata di Rainews24 Angela Caponnetto e agli operatori Giuseppe Tambaro e Rossella Genovese. I giudici hanno però escluso l’aggravante mafiosa e riconosciuto quella di aver agito in un luogo pubblico.

La condanna disposta dal collegio presieduto da Massimo Forciniti è stata più alta di quella chiesta dal pm  della Dda di Catanzaro Pasquale Mandolfini, che proponeva un anno e mezzo ciascuno per i due imputati pur contestando l’aggravante mafiosa in relazione all’inquietante episodio intimidatorio ai danni dei giornalisti risalente al 16 maggio 2017, il giorno dopo la mega operazione Jonny, scaturita dall’inchiesta sui tentacoli della cosca Arena sul Centro d’accoglienza S. Anna.

Mentre i reporter erano impegnati nella realizzazione di riprese televisive davanti la parrocchia dell’Assunta – uno degli imputati chiave del processo Jonny, come si ricorderà, è proprio l’ex parroco don Edoardo Scordio, poi condannato a 14 anni e mezzo di reclusione – i due si sarebbero piazzati davanti a loro pronunciando frasi del genere «ci avete rotto i c……., andatevene sennò vi ammazziamo, ti vedo perplesso… io non tengo niente contro i giornalisti però mi sono accorto che sei perplesso… e vedi di andartene perché voi siete ‘mbalusi».

Non soddisfatti, gli imputati avrebbero pedinato il veicolo della troupe con la propria auto, poi messa di traverso sulla carreggiata al fine di impedire la retromarcia. I giornalisti erano stati messi in fuga lungo una strada senza uscita.

L’aggravante mafiosa viene contestata proprio perché il raid sarebbe stato la reazione al servizio con cui si documentava l’inchiesta. L’episodio, subito denunciato ai carabinieri, suscitò clamore per la grave intimidazione al diritto di cronaca maturata il giorno dopo il blitz scattato nell’ambito di una delle più importanti indagini antimafia degli ultimi anni.

Nel corso dell’istruttoria si è peraltro registrata una lunga e toccante testimonianza dell’inviata di Rainews24. Il Tribunale, accogliendo la richiesta dell’avvocato di parte civile Giulio Vasaturo, ha contestualmente disposto il risarcimento dei danni da quantificare in separata sede alla Caponnetto e a Fnsi e Usigrai.

«Questa sentenza è un tributo – ha detto il legale che rappresentava sia la giornalista che i due sindacati – ad una giornalista che ha avuto il coraggio di denunciare le gravi intimidazioni subite in un territorio difficile. Oggi in aula c’erano tanti giornalisti locali che ogni giorno raccontano quel che accade in questo angolo di Calabria. Il riconoscimento del Tribunale, l’encomiabile impegno della Procura di Catanzaro in questo territorio, la presenza di Fnsi e Usigrai nei processi per i reati contro la libera informazione, valgono come un pieno sostegno per tutti questi esemplari cronisti di frontiera». Gli imputati erano difesi dall’avvocato Tiziano Saporito.

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