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Un ricovero Covid in terapia intensiva

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CIRÒ MARINA (CROTONE) – Il Covid uccide una donna cirotana sposata con figli non vaccinata. Si chiamava Filomena e aveva 62 anni. E’ morta pochissimi giorni fa in ospedale.

Filomena era contraria alla vaccinazione. Ed era una no-vax anche sua sorella, la 64enne Gina, che è stata stroncata dal virus a Milano, dove abitava. Tra i due eventi luttuosi è intercorso un breve lasso di tempo. Le due sorelle sono state accomunate dalla stessa tragica sorte.

Una loro parente racconta che Filomena ha iniziato a stare male nel mese di ottobre. E’ rimasta a letto per una ventina di giorni. Avvertiva dei dolori “al petto“ pur non essendo affetta da patologie cardiache. Aveva i sintomi della bronchite e le vertigini e si sentiva molto debole, senza forze.

«Prendeva gli antibiotici per la bronchite, non ce la faceva a parlare», sottolinea la parente che la contattava telefonicamente. Venti giorni di sofferenze hanno poi convinto Filomena a ricoverarsi presso l’ospedale di Crotone. In ospedale le hanno diagnosticato il Covid. E’ stata curata per una settimana con antibiotici e antivirali nel reparto del nosocomio crotonese, riservato ai pazienti positivi, prima di essere trasferita all’ospedale Pugliese-Ciaccio, essendosi resa necessaria l’intubazione. Il suo trasferimento risaliva alla fine di ottobre.

La notizia della morte della sessantaduenne tra le mura dell’ospedale catanzarese è giunta comunque inaspettata a Cirò Marina, perché la donna era una salutista, mangiava sano, teneva moltissimo al suo aspetto fisico.

«Non so come si sia infettata e non so quanti sapessero che lei era contraria al vaccino, e anche sua sorella Gina, che è stata seppellita nel cimitero cirotano, la pensava come lei», si rammarica la sua parente.

«Io temo- aggiunge- che i venti giorni trascorsi in casa abbiano aggravato il suo quadro clinico». La 62enne Filomena, che lascia il marito e quattro figli, è la tredicesima vittima del virus a Cirò Marina. Il numero dei decessi potrebbe, però, essere sbagliato per difetto. Nel numero non sono ricompresi i cittadini che sono deceduti in altre regioni italiane e nella comunità degli immigrati in Germania. Di certo, gli ultimi tragici epiloghi, di cui si è avuta notizia, risalivano al mese di maggio. Alle cinque del mattino del 16 maggio è morta in ospedale una donna di cinquantuno anni, sposata con un figlio. Lei aveva delle patologie pregresse. In quello stesso periodo è morto il trentaduenne Gaetano Cilidonio, un cittadino che era emigrato in Germania per lavorare. Questi due casi ravvicinati scossero la comunità locale.

La vicenda recentissima delle due sorelle no vax, entrambe colpite e uccise dal “nemico invisibile”, deve far riflettere. Il virus continua a far paura. Questa paura dovrebbe indurre tutti indistintamente a rispettare le misure anti-Covid e a non ignorare nessun sintomo. I cittadini attualmente positivi sono all’incirca una trentina.

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