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CROTONE – «Tutelare non solo la salute dei nostri assistiti, ma anche quella dei medici oppure dal 16 marzo non faremo più servizio ambulatoriale e domiciliare».

E’ quanto affermano le organizzazioni di medici di base, pediatri e continuità assistenziale di Crotone in una lettera al Prefetto di Crotone, Tiziana Tombesi, nella quale chiedono i dispositivi di protezione individuale omologati (mascherine, camici monouso, guanti), «per continuare ad operare in sicurezza garantendo la tutela della propria salute e quella delle persone assistite».

«Le scriviamo – si legge nella lettera firmata Federazione Italiana Medici Pediatri, Federazione Italiana Medici Medicina Generale e Medici di Continuità Assistenziale – per portarla a conoscenza delle precarie condizioni in cui operano i medici del Crotonese, coinvolti nell’azione di contenimento dell’infezione da coronavirus, in questo momento di emergenza sanitaria, in cui si assiste ad un incremento dei casi di infezione anche nella nostra provincia».

Le federazioni denunciano al prefetto che «nelle scorse settimane sono cadute nel vuoto le numerose richieste fatte dai medici di assistenza primaria alla nostra Asp affinché venissero distribuiti ai medici territoriali, in primis ai medici di continuità assistenziale e anche ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta, i dispositivi di protezione individuale (Dpi) omologati (mascherine, camici monouso, guanti), al fine di poter continuare ad operare in sicurezza garantendo la tutela della propria salute e quella delle persone assistite. Persistendo tale, al fine di prevenire danni alla salute degli operatori sanitari del territorio e delle persone assistite da lunedì 16 marzo ci vedremo costretti ad interrompere l’assistenza ambulatoriale e domiciliare limitandoci al solo triage telefonico».

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