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L’area dove sorgevano le dune

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CUTRO (CROTONE) – La stampa a qualcosa serve. E i giornali bisogna leggerli anche perché, a volte, ci si trovano segnalazioni di notizie di reato. Tre settimane fa sul Quotidiano ci siamo occupati del mistero delle dune sparite dalla spiaggia della frazione Steccato di Cutro, in un’area in parte compresa in un sito di importanza comunitaria della Rete Natura 2000. Il committente dei lavori è stato deferito all’autorità giudiziaria dai carabinieri forestali delle Stazioni di Crotone e Petilia Policastro, dopo che l’Arma è stata peraltro sollecitata dalla senatrice Margherita Corrado, che aveva letto con attenzione il servizio del Quotidiano, che documentava lo scempio in area Sic, compiuto in piena pandemia, durante il lockdown.

È stata realizzata da un privato una palificazione su un’area demaniale, anche per alcuni tratti di spiaggia, e, soprattutto, sono state spianate dune naturali. Lo scempio si è materializzato sia lungo la striscia demaniale che divide in due la proprietà sia lungo quella al lato del torrente Puzzo Feto. Il problema è come sono state date le autorizzazioni per la sostituzione di una recinzione con pali in legno e rete metallica. L’ok era stato dato dal dipartimento Ambiente della Regione lo scorso 20 marzo in seguito a una dichiarazione della proponente, Rosaria Maria Migale, di conformità alle prescrizioni.

Secondo la Regione, i lavori di manutenzione ordinaria relativi alla sostituzione della recinzione deterioratasi per l’esondazione del torrente, per una lunghezza di 180 metri in parte ricadenti in area Sic, non comportano «impatti particolarmente sensibili sulle componenti ambientali e naturali nonché sull’habitat e specie di avifauna», per come si evince dallo studio d’incidenza.

Anzi, «l’opera porterà un ambiente identico per forme, volumi, dimensioni e colori identico a quello precedente, ovviamente di nuova fattura e quindi funzionale e a regola d’arte». Già. Ma basta vedere le foto di com’era il sito e di come si presenta oggi dopo i lavori “conformi” per notare che le dune non ci sono più. Sono, anzi erano, le dune fisse del litorale del Crucianellion matitimae e le dune con prati dei Brachypodietalia richiamati nelle carte della Regione che attestano il Sic in cui ricade la foce del fiume Tacina.

Ma chi è il proprietario dell’area? La signora Migale è la moglie di Antonio Lerose, amministratore unico di Rosito energie, uno che con la giustizia ha avuto a che fare anche se ne è uscito nel migliore dei modi. Fu arrestato nell’ottobre 2000, nell’ambito dell’operazione Scacco matto, con l’accusa di associazione mafiosa, reati di in materia di armi ed estorsione. Le Rose, secondo gli inquirenti affiliato alla cosca Grande Aracri, fu però, assolto.

I carabinieri hanno, dunque, svolto accertamenti sul luogo e presso l’area Urbanistica del Comune di Cutro, competente per la vigilanza, e hanno verificato che i lavori erano privi di atti legittimanti l’esecuzione e che su un’area di circa 3.500 metri quadrati è stato eseguito lo spianamento, con l’eliminazione di dune e vegetazione tipica. L’area rientra peraltro nella fascia di rispetto di 300 metri dalla linea di costa e di 150 metri dal corso d’acqua Puzzo Feto, soggette a tutela paesaggistica. L’intervento, inoltre, è compreso nel Sic Steccato di Cutro e Costa del Turchese facente parte della Rete Natura 2000 istituita dall’Ue.

Il committente dei lavori, rintracciato dai militari, ha esibito un’autorizzazione relativa alla sostituzione di una recinzione. I lavori eseguiti erano, quindi, privi di atti legittimanti la realizzazione. La denuncia è scattata per violazioni alla normativa ambientale e paesaggistica. «La Rete Natura 2000 è il principale strumento per la conservazione della biodiversità della politica dell’Unione Europea – è detto in una nota dei carabinieri forestali – Costituisce una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione».

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