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Errigo dice di volere il bene della città e dei suoi abitanti, ma i crotonesi hanno già pagato un prezzo pesantissimo.
IL commissario Errigo ribadisce la sua decisione di trasferire i rifiuti pericolosi del Sin di Crotone nella discarica Sovreco della famiglia Vrenna. E scrive una lettera aperta ai cittadini crotonesi per spiegarne il senso.
In estrema sintesi ci fa sapere che, dopo anni di discussioni e scontri, qualcosa bisogna fare: togliere i rifiuti dalla posizione pericolosa (troppo vicini al mare) in cui si trovano adesso e trasferirli in un luogo tecnicamente adatto a riceverli. Con una battuta, si potrebbe dire che la montagna di rifiuti ha partorito il famoso topolino. Perché è vero che il commissario, con il suo gesto, prova a smuovere le acque, ma, così facendo, non sembra tener conto del tempo che è passato e delle sofferenze che questa vicenda ha già inflitto ai crotonesi. E non basta dire che a Sovreco arrivano rifiuti da tutta Italia. Sono proprio quelli del Sin che devono andarsene.
Errigo dice di volere il bene della città e dei suoi abitanti, ma i crotonesi hanno già pagato un prezzo pesantissimo. E su quelle scorie andrebbero incisi i nomi dei lavoratori buttati fuori dalla crisi dei primi anni ’90 che ha trasformato una delle aree industriali più importanti del Sud in un vero e proprio cimitero del lavoro. E dovrebbero esserci le lapidi di chi, in questi anni, anche a causa di quelle scorie, si è preso il cancro e ha lasciato anzitempo questo mondo.
Il problema è che, ancora oggi, il punto del danno alla salute non è del tutto chiaro. Fior di studi hanno detto che il crotonese è un’area a rischio per quanto riguarda le malattie oncologiche (dal mesotelioma in giù), ma i dati precisi mancano ancora perché il Registro tumori, istituito dalla Regione una decina d’anni fa, si è poi bloccato per mancanza di strutture e personale e i numeri, quindi, non ci sono. E viene il dubbio che questa carenza strutturale faccia comodo a chi non vuole portare i rifiuti lontano da Crotone.
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Pochi giorni fa, a Roma, nella sede della Commissione sulle ecomafie presieduta dal leghista Jacopo Morrone, si è svolta una scena quasi surreale in cui il presidente ha sollecitato più volte l’alto dirigente del Mase, Luca Proietti a dire che i rifiuti del Sin non venivano spostati nella discarica Sovreco solo perché c’era il vincolo del Paur (Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale) del 2019, con il quale la giunta Oliverio aveva imposto a Eni Rewind l’obbligo di smaltire i rifiuti del Sin di Crotone fuori dalla nostra regione. Da allora, Eni Rewind ha chiesto più volte che il vincolo venisse rimosso. Forse anche perché, la spesa a suo carico sarebbe di circa due miliardi per raccogliere i rifiuti del Sin in siti cosiddetti “preliminari” per poi trasferirli in tempi brevissimi all’estero.
All’estero dove? Dopo anni di dinieghi, si è arrivati a chiarire che, in giro per l’Europa, ci sono almeno una ventina di siti adatti allo scopo e che sono già stati avviati contatti con due aziende, una tedesca e l’altra olandese, pronte a fare il lavoro. Nella surreale riunione di cui sopra, il presidente Morrone si è chiesto più volte, retoricamente, cosa ostasse a decidere a trasferire i rifiuti nel sito Sovreco, vicino e facile da gestire. Più volte, in quella sede, è stata praticamente evocata la figura del commissario Errigo e sul capo di Morrone è sembrato apparire più volte il fumetto con scritto “Dai, Errigo, deciditi”. E lo sventurato ha deciso.
Deciso cosa? In base alla sua autorità (e forte dell’appoggio politico di alcuni partiti di governo) il commissario ha deciso dunque di superare i limiti imposti dal Paur (che, evidentemente, faceva “Paura”) e di spostare i materiali in siti temporanei presso la Sovreco, destinati, con buona probabilità, a diventare definitivi. Ma Provincia e Comune di Crotone, non sono d’accordo e hanno già annunciato ricorsi al Tar. E anche la Regione sembra contraria. Da più parti (come dal Comitato “Fuori i veleni da Crotone”) si fa notare che i poteri del commissario non sono sufficienti per superare il Paur. Perché Errigo è commissario al Sin, non alla Regione.
Legambiente fa un discorso ancora diverso: plaude al decisionismo di Errigo “che smuove” la questione, ma ribadisce che i rifiuti non dovrebbero andare in Sovreco e che ci vorrebbe una nuova discarica a gestione pubblica. Senza contare che lo stesso ad della discarica Sovreco, Salvatore De Luca, tempo fa ha detto che il suo sito non ha le autorizzazioni per ricevere i rifiuti del Sin che contengono amianto, Tenorm e Norm con accertata presenza di radionuclidi nucleari.
Quello che il generale Errigo sembra non cogliere è la volontà dei crotonesi di non avere più a che fare con i rifiuti dell’Eni Rewind sotto casa. Il ragionamento della gente è molto semplice: sulla nostra pelle e sulla nostra salute, Eni Rewind ha guadagnato miliardi.
È vero, noi abbiamo avuto decenni di lavoro assicurato, ma non sapevamo (perché allora il discorso ambientale non era ancora così presente) che attraverso un posto di lavoro ci stavano anche avvelenando. Certo, nessuno pensa che Eni Rewind lo facesse apposta, ma oggettivamente, la responsabilità è sua.
E per un colosso della sua portata sborsare due miliardi per far sparire da Crotone e dalla vista dei crotonesi anche il ricordo del male che è stato fatto, è persino poco. O ci vorrebbe, forse, una Erin Brokovich rediviva per farlo capire a tutti?
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