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I sindaci Vittimberga e Voce al sit in

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ISOLA CAPO RIZZUTO (CROTONE) – Entro un mese al massimo, verranno rimossi i barconi dei migranti, che sono stati abbandonati lungo la costa isolitana. Questa è la dichiarazione rilasciata, ieri, al Quotidiano dalla sindaca di Isola Capo Rizzuto, Maria Grazia Vittimberga, ch’era reduce, insieme al sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, dal sit-in promosso da un Comitato cittadino per sensibilizzare le Istituzioni sui gravi problemi ambientali derivanti dalla mancata rimozione delle imbarcazioni utilizzate dai migranti.

La sindaca Vittimberga ha messo in risalto di avere avuto rassicurazioni in merito alla rimozione di queste “presenze” ingombranti dalla Prefettura di Crotone. “Nel giro di un breve periodo, intorno ad un mese – ha detto testualmente – i relitti verranno tolti dalle nostre coste.”

Il Comitato ha scelto, non a caso, come scenario della sua protesta pacifica la splendida spiaggia di Le Cannella, dove ci sono due barche alla deriva, ancora in ottimo stato. Nell’intera Area Marina Protetta “Capo Rizzuto” dovrebbero esserci almeno una decina di relitti, alcuni addirittura nelle zone A, di riserva integrale, in cui vige un regime di tutela più rigido e il divieto di balneazione. Corrispondono ai tratti di mare circostanti Capo Colonna e Capo Cimiti e al tratto di mare antistante Capo Bianco.

Un componente, Raffaele Muraca, ha ripercorso le ragioni della discesa in campo del Comitato cittadino: «Abbiamo preso atto che, negli ultimi anni, dopo gli sbarchi e il salvataggio degli esseri umani, nessuno ha pensato a rimuovere le carrette del mare, ce ne sono una decina, che sono sulle spiagge più importanti di Isola e sono un pugno in un occhio». Dapprima, il Comitato ha scritto lettere ai sindaci e a tutte le istituzioni a vario titolo competenti e alla Procura, di recente ha indetto il sit-in per sollecitare gli stessi destinatari delle lettere «a fare qualcosa».

Ieri, oltre ai due sindaci, alla delegazione del circolo di Legambiente di Le Castella, guidata dal referente Antonio Lanatà, all’ex sindaca Carolina Girasole, al dirigente di Fdi, Vincenzo Gentile, a cui si deve l’interrogazione a risposta scritta presentata sulla stessa problematica dalla deputata Wanda Ferro,  c’erano un centinaio di manifestanti. Dal canto suo, la sindaca Vittimberga ha ricordato che, nei giorni scorsi, «hanno fatto molto rumore» le lettere che lei ha inviato, chiedendo interventi immediati, al ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, e all’Agenzia delle Dogane. «Tutte le istituzioni sono impegnate a risolvere questa vicenda, Prefettura, Procura e Agenzia delle Dogane, il problema principale è la burocrazia», ha reso noto la Vittimberga, evidenziando che i barconi sono «oggetto di sequestro, ragion per cui ci deve essere un provvedimento dell’autorità giudiziaria, mentre l’Agenzia delle Dogane dovrebbe appaltare la rimozione, e ci vogliono ditte specializzate, in quanto ogni movimento potrebbe provocare danni ambientali».

La sindaca si è ripromessa di chiedere trasferimenti ad hoc dello Stato, mediante l’istituzione di un apposito capitolo di bilancio, per consentire al Comune la gestione di emergenze di questo tipo. Anche il suo collega, il sindaco Vincenzo Voce, ha preso in considerazione i costi: «Dobbiamo vedere quali misure finanziarie adottare, è lo Stato che deve farsi carico, i Comuni non possono farsi carico delle spese di demolizione e smaltimento».

Non si contano i barconi che sono stati abbandonati lungo la (confinante) costa di Crotone, nel corso degli anni. Il porto della città capoluogo era diventato un cimitero delle “carrette” del mare. Nel periodo più buio vi stazionavano, semi-affondati, persino una trentina di relitti dopo che la Procura diede impulso all’iter per le demolizioni.

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