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LOCRI – Locri accoglie nuovamente i “suoi” Dioscuri nella culla della Magna Grecia. Ieri al museo, alla presenza del direttore generale dei beni culturali della Regione Calabria, Francesco Prosperetti, è stata presentata l’esposizione di una delle due statue risalenti alla fine del V secolo che per la prima volta saranno di stanza permanente (fino a settembre) a Locri. Un evento non di poco conto: grazie all’interessamento dell’onorevole Pino Arlacchi lo scorso novembre la statua marmorea è stata esposta in mostra nella sede del Parlamento Europeo nell’ambito del Progetto Magna Grecia. E forse ieri qualcuno ha avuto un piccolo moto d’orgoglio nel rivedere uno dei due Dioscuri nuovamente in terra locridea, la stessa terra che ci ha restituito i Bronzi di Riace e altre meraviglie del passato quasi tutte poi cedute a Reggio Calabria. Ieri, oltre a Prosperetti, anche il Commissario prefettizio di Locri Francesca Crea, la direttrice del Parco e del Museo acheologico Rossella Agostino e la soprintendente dei beni archeologici Simonetta Bonomi. Il leit-motiv per tutti è stato lo stesso: «Valorizzare la storia e la cultura per rilanciare una regione intera, catalizzare le attenzioni della politica, anche internazionale, per trovare fondi e risorse». E di fronte alla scultura di uno dei figli di Zeus si è parlato del futuro del sito archeologico locrese e non solo. Infatti, inseriti nel quadro di investimenti del Pon Calabria, arriveranno a Locri finanziamenti per 3 milioni di euro da sfruttare per la rivalutazione di tutta l’area del Parco Archeologico, una somma che si aggiungerà agli 11 milioni di euro che arriveranno dall’azione diretta che era stata messa in campo dal ministro Barca: serviranno per la valorizzazione del polo museale che ingloberà anche la struttura di Palazzo Nieddu del Rio. Ben 50 milioni alla Calabria. Tolti gli 11 destinati a Locri, i fondi verranno ripartiti su Reggio, Crotone e Sibari. 
Intanto la Locride si coccola la statua ammirata da mezza Europa. I Dioscuri sono i gemelli Castore e Polluce, figli di Zeus e Leda e fratelli di Elena e di Clitennestra. Leda, moglie di Tindaro, re di Sparta, nella stessa notte si unì al marito e a Zeus: nacquero così due coppie di gemelli, Polluce ed Elena da Zeus, dunque immortali, Castore e Clitennestra, attribuiti a Tindaro e quindi mortali. Un’altra versione del mito vuole, invece, che Leda si fosse unita a Zeus, trasformatosi in cigno, e partorì due uova giganti, da cui uscirono le coppie di gemelli. Le statue, che risalgono alla fine del V secolo a.C., e di cui solo una ora è in mostra a Locri, sono in marmo proveniente dall’isola di Paro; il gruppo di destra è meglio conservato mentre del gruppo di sinistra restano poche parti originali, integrate (da un restauro di inizio secolo) con gesso chiaro. Ai Dioscuri è stata affiancata un’altra scultura, rinvenuta durante scavi antecedenti, che, dovrebbe rappresentare una nereide o una Vittoria, ipotizzando, quindi, che la composizione del gruppo venne realizzata per ricordare la vittoria dei locresi nella battaglia della Sagra, durante la quale, secondo la leggenda, gli stessi Dioscuri combatterono a fianco dei locresi, conducendoli verso la vittoria.  

LOCRI – Locri accoglie nuovamente i “suoi” Dioscuri nella culla della Magna Grecia. Ieri al museo, alla presenza del direttore generale dei beni culturali della Regione Calabria, Francesco Prosperetti, è stata presentata l’esposizione di una delle due statue risalenti alla fine del V secolo che per la prima volta saranno di stanza permanente (fino a settembre) a Locri. 

Un evento non di poco conto: grazie all’interessamento dell’onorevole Pino Arlacchi lo scorso novembre la statua marmorea è stata esposta in mostra nella sede del Parlamento Europeo nell’ambito del Progetto Magna Grecia. E forse ieri qualcuno ha avuto un piccolo moto d’orgoglio nel rivedere uno dei due Dioscuri nuovamente in terra locridea, la stessa terra che ci ha restituito i Bronzi di Riace e altre meraviglie del passato quasi tutte poi cedute a Reggio Calabria. Ieri, oltre a Prosperetti, anche il Commissario prefettizio di Locri Francesca Crea, la direttrice del Parco e del Museo acheologico Rossella Agostino e la soprintendente dei beni archeologici Simonetta Bonomi. Il leit-motiv per tutti è stato lo stesso: «Valorizzare la storia e la cultura per rilanciare una regione intera, catalizzare le attenzioni della politica, anche internazionale, per trovare fondi e risorse». E di fronte alla scultura di uno dei figli di Zeus si è parlato del futuro del sito archeologico locrese e non solo. Infatti, inseriti nel quadro di investimenti del Pon Calabria, arriveranno a Locri finanziamenti per 3 milioni di euro da sfruttare per la rivalutazione di tutta l’area del Parco Archeologico, una somma che si aggiungerà agli 11 milioni di euro che arriveranno dall’azione diretta che era stata messa in campo dal ministro Barca: serviranno per la valorizzazione del polo museale che ingloberà anche la struttura di Palazzo Nieddu del Rio. Ben 50 milioni alla Calabria. Tolti gli 11 destinati a Locri, i fondi verranno ripartiti su Reggio, Crotone e Sibari. Intanto la Locride si coccola la statua ammirata da mezza Europa. 

I Dioscuri sono i gemelli Castore e Polluce, figli di Zeus e Leda e fratelli di Elena e di Clitennestra. Leda, moglie di Tindaro, re di Sparta, nella stessa notte si unì al marito e a Zeus: nacquero così due coppie di gemelli, Polluce ed Elena da Zeus, dunque immortali, Castore e Clitennestra, attribuiti a Tindaro e quindi mortali. Un’altra versione del mito vuole, invece, che Leda si fosse unita a Zeus, trasformatosi in cigno, e partorì due uova giganti, da cui uscirono le coppie di gemelli. Le statue, che risalgono alla fine del V secolo a.C., e di cui solo una ora è in mostra a Locri, sono in marmo proveniente dall’isola di Paro; il gruppo di destra è meglio conservato mentre del gruppo di sinistra restano poche parti originali, integrate (da un restauro di inizio secolo) con gesso chiaro. Ai Dioscuri è stata affiancata un’altra scultura, rinvenuta durante scavi antecedenti, che, dovrebbe rappresentare una nereide o una Vittoria, ipotizzando, quindi, che la composizione del gruppo venne realizzata per ricordare la vittoria dei locresi nella battaglia della Sagra, durante la quale, secondo la leggenda, gli stessi Dioscuri combatterono a fianco dei locresi, conducendoli verso la vittoria.  

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