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CROTONE – Parigi e New York potrebbero essere le nuove rotte della distribuzione “Cangiari”. Il marchio di moda bioetico del gruppo cooperativo Goel si internazionalizza, non solo nello stile. Accordi in dirittura d’arrivo quelli cui fa velatamente accenno Vincenzo Linarello, a bocca semichiusa per scaramanzia. Tra un paio di settimane il verdetto. Intanto il presidente di Goel, una delle più importanti realtà di imprenditoria sociale in Calabria, non lesina dettagli nell’annunciare la partecipazione ad AltaRomaAltaModa, prestigiosa passerella di houte couture che ospiterà il marchio della Locride nel cuore della capitale. L’evento si svolgerà da oggi al 10 luglio. La sfilata di Cangiari è prevista nella giornata di apertura. In passerella la nuova collezione primavera-estate 2014, disegnata da Paulo Melim Andersson. Un debutto per l’ex creative director di Chloe, designer che segna un punto di svolta per il marchio. Cangiari sì, cioé “cambiare” come si traduce il nome della griffe dal calabrese, ma con una marcia in più. Una donna mediterranea forte e insubordinata si modernizza, plasmando la tradizione in forme e colori contemporanei. 

«Dagli esordi ad oggi la scelta del biologico – dice Linarello riferendosi alle stoffe – ci aveva costretti ad un sacrificio sui colori. Ostacolo finalmente superato – aggiunge – grazie alla nuove tintorie biologiche. Non siamo più condizionati dai soliti bianchi e grigi». Blu mezzanotte, rosa, ma anche leggere sfumature di verde, dunque, comunque tinte tenui in questa nuova collezione. No ad ogni forma di condizionamento, d’altronde, Cangiari lo ha detto fin dall’inizio, connotando il marchio con una mission etico sociale fortemente legata al territorio d’origine. Dal recupero della tradizione con la tessitura ai telai a mano fino alla lotta per la legalità e il riscatto della Calabria. «Sono troppi i limiti che subiamo – dice Linarello – dalla mafia al reticolo delle massonerie deviate, passando per una cultura dell’ineluttabilità del destino da sconfiggere». Cambiare si può e Cangiari lo dimostra. Il valore della produzione nel 2012 si è attestato intorno ai 400 mila euro, quello complessivo delle attività riconducibili al gruppo cooperativo Goel raggiunge i 4-5 milioni. «Dal 2011 siamo nelle più prestigiose boutique italiane» riporta il presidente. Da Biffi di Milano a Penelope di Brescia. Ma non in Calabria. 
«Non mi risulta che ci sia stata richiesta dalle principali boutique calabresi» dice. Segno che la legalità non va di moda? Provocazioni a parte, in linea con la filosofia di Goel, lo show room di Cangiari a Milano è in viale Montesanto proprio in un bene confiscato alla mafia. A Marina di Gioiosa Ionica si trova l’atelier sartoriale mentre a Gerace l’opificio dei telai a mano. Oltre che nei multimarca in tutta Italia, Cangiari è anche on line su Yoox.com, mentre in fase di restyling è il proprio portale di vendita Cangiari.com. La partecipazione, per la prima volta, ad AltaRomaAltaModa è uno degli eventi più importanti che segnano il suo percorso. Una realtà che ha ridato respiro alla tradizione e lavoro in Calabria. La filiera coinvolge diverse cooperative sociali. Una che si occupa della tessitura a mano, un’altra dell’atelier sartoriale, diverse sono impegnate nel confezionamento ed una si dedica unicamente alla comunicazione. Tutte socie di Goel, naturalmente. La partecipazione di Cangiari ad AltaRomaAltaModa è promossa da Human Foundation, fondazione nata per attrarre fondi da indirizzare a sostegno dell’imprenditoria sociale anche in un’ottica di cooperazione internazionale.
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