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Il tecnico dei calabresi Walter Zenga

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CROTONE – L’attesa per la sfida tra Crotone e Juventus in programma domani, mercoledì 18 aprile, all’Ezio Scida cresce tra i tifosi e nell’ambiente della squadra calabrese e a tenere ulteriormente alta l’attenzione ci pensa il tecnico del Crotone Walter Zenga.

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DI WALTER ZENGA SU CROTONE-JUVENTUS

L’allenatore ha puntualizzato che quello che scenderà in campo sara un Crotone tutt’altro che arrendevole o rassegnato. Zenga, infatti, schiererà il miglior Crotone, rinunciando a qualsiasi forma di turn over ed utilizzando anche calciatori diffidati, senza preoccuparsi di preservarli in vista della gara di domenica con l’Udinese, più importante in chiave di scontro diretto per la salvezza. «Pensiamo di fare la nostra gara – ha sostenuto Zenga – e di giocarcela, tentando di mettere un mattoncino per la salvezza. La nostra idea di gioco non cambia solo perché giochiamo con la Juventus, che è in grande salute. Abbiamo la nostra identità e la manteniamo sempre, anche contro la prima in classifica».

LEGGI LA NOTIZIA SULLE DICHIARAZIONI DEL DS URSINO

Walter Zenga commenta anche le parole di Massimiliano Allegri, che ha parlato di «grande rispetto per il Crotone». “Tutti gli avversari – afferma Zenga – meritano massima attenzione perché tutte le gare di serie A sono difficili. Io e Max ci conosciamo da una vita perché abbiamo giocato insieme a Padova. La Juve non vince perché le vittorie arrivano per caso: vince perché programma, perché ha costruito lo stadio di proprietà, ha investito, ha calciatori di qualità ed un allenatore di livello, tutti in condizione di esprimersi al massimo. I risultati ottenuti dalla Juventus non sono mai casuali. Avete visto come ha giocato dopo la gara di Madrid? Quello che è successo avrebbe provocato tanti problemi a qualsiasi squadra. Loro, invece, si sono messi alle spalle tutte le polemiche».

Il tecnico del Crotone si toglie qualche sassolino dalla scarpe dopo le critiche ricevute per alcune scelte fatte nel primo tempo della gara contro il Genoa (LEGGI LA NOTIZIA DELLA SCONFITTA CONTRO IL GENOA). «Nelle scelte che si fanno – sostiene – c’è sempre una logica. Io prendo decisioni perché mi assumo le mie responsabilità. Altri commentano dopo, senza capire i problemi che esistono in una squadra. A Genova meritavamo ampiamente il pareggio perché abbiamo giocato bene».

Qualche frecciatina Zenga la lancia pure alla classe arbitrale anche in seguito all’episodio del gol del Genoa, viziato da un fallo su un difensore del Crotone non visto dall’arbitro. «Ho parlato con Irrati a fine gara – ha detto – ed ho ascoltato le sue motivazioni. Ho parlato anche con altri arbitri e mi sono reso conto che c’è tanta prevenzione nei miei confronti, forse per i miei comportamenti precedenti». 

Lato Juventus, invece, si è svolta la seduta di rifinitura, in campo non ci sarà il croato Mario Mandzukic a causa di una gastroenterite, mentre c’è Federico Bernardeschi ormai recuperato. Per quanto riguarda la formazione, in conferenza stampa il tecnico bianconero ha confermato che fra i pali giocherà Szczesny al posto di Buffon, mentre Benatia darà un turno di riposo a Chiellini in difesa. Pjanic è fuori causa, al suo posto probabile l’impiego di Bentancur con Marchisio e Matuidi a completare il centrocampo mentre davanti torna Higuain, a dispetto del rischio squalifica che gli impedirebbe di giocare col Napoli. Alle spalle del “Pipita”, nel 4-3-2-1 di Allegri, Douglas Costa e Dybala.

Probabile formazione (4-3-2-1): Szczesny; Lichtsteiner, Barzagli, Benatia, Alex Sandro; Marchisio, Bentancur, Matuidi; Douglas Costa, Dybala; Higuain. 

IL CASO BUFFON

Riguardo il cosiddetto Caso Buffon legato al rigore assegnato negli ultimi 30 secondi al Real Madrid nella sfida per i quarti di finale di Champions League, Zenga ha commentato precisando che «se mi avessero dato un rigore contro come quello concesso al Real Madrid avrei fatto peggio di quello che ha fatto Buffon. Io e Buffon – ha aggiunto – viviamo le cose con grande passione. Lui ha scritto la prefazione del mio libro dicendo che non gli ero simpatico perché me la pigliavo con tutti quando giocavo con l’Inter. Chi vive le cose può reagire in modo sbagliato e chi sta fuori non può capire cosa si prova. Io sabato sono tornato da Genova e non sono uscito da casa fino a ieri perché la sconfitta mi fa stare male e finché la vivrò così farò l’allenatore. Quando non avrò dentro l’angoscia della sconfitta tornerò a casa. Magari sbaglio le scelte, però le faccio, però vivo». 

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